Dalle nostre città stanno sparendo gli autisti, autoriparatori, sarti, pasticceri, fornai, idraulici, elettricisti e chi più ne ha, più ne metta. Continua infatti a scendere il numero complessivo degli artigiani presenti nel nostro Paese e stiamo parlando di persone che in qualità di titolari, soci o collaboratori familiari svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale.
Se il dato più allarmante in Italia è riconducibile a Vercelli, in Toscana da attenzionare in maniera importante sono Lucca, al terzo posto della graduatoria con una diminuzione del 30,8% dal 2012 ad oggi e Pistoia, seconda in Toscana ed al 16esimo posto di questa graduatoria con le 10.498 imprese artigiane attuali, contro le 14.395 di 11 anni fa, (-3.897) pari ad una diminuzione del 27,1%.
Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno).
Negli ultimi 11 anni la caduta verticale si è interrotta solo nell’anno post Covid, ma se questa tendenza non sarà invertita stabilmente, non è da escludere che entro una decina d’anni sarà molto difficile trovare un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione/manutenzione presso la nostra abitazione o nel luogo dove lavoriamo. L’SOS è lanciato dall’Ufficio studi della CGIA (Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato) che ha elaborato i dati dell’INPS e di Infocamere/Movimprese.
In conclusione possiamo rilevare che i giovani si allontanano sempre di più dal mondo dell'artigianato, senza considerare che senza botteghe si estinguono le imprese familiari, diminuiscono i luoghi di socializzazione e le zone urbane diventano meno vivibili e sicure.