Il figlio di Luana D'Orazio, l'operaia 22enne tragicamente morta sul lavoro nel maggio dello scorso anno a Montemurlo
(Prato), è stato affidato per 24 mesi ai nonni materni; a deciderlo è stato il Tribunale dei Minori di Firenze.
Il tribunale, come riportano oggi da alcuni quotidiani dopo l'anticipazione dei giorni scorsi del Corriere Fiorentino, ha accolto il
ricorso di Francesco D'Orazio ed Emma Marrazzo, i genitori di Luana, contro l'ex compagno della figlia,
Giuseppe Lerose, un operaio che vive in Calabria, che ha altri figli e aveva chiesto di continuare ad avere
contatti con il bambino, a cui è stata tolta la responsabilità genitoriale sul piccolo.
Luana, dopo la separazione dal compagno, aveva ottenuto già nel 2017 l'affidamento esclusivo del figlio, con la possibilità da parte del padre di incontrarlo tutte le volte che avesse voluto dando un preavviso di cinque giorni.
In realtà, sostengono i nonni del bambino, da quel momento Lerose non ha mai fatto visita al figlio, neppure dopo la tragica morte della della loro figlia.
Il 5 settembre ci sarà una nuova udienza, stavolta a Pistoia, per la nomina del giudice tutelare.
Un'altra data cruciale in merito alla tragedia della giovane operaia sarà il 22 settembre quando si svolgerà l'udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio dei tre imputati accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche del macchinario a cui lavorava la 22enne: la titolare dell'orditoio, Luana Coppini, il marito Daniele Faggi e il tecnico manutentore Mario Cusimano.