"Che non accada mai più". È l’appello, fatto con gli occhi velati dalle lacrime, di Aldo Calugi, nipote di uno dei quattro ragazzi della Fortezza, uccisi il 31 marzo del 1944 perché non vollero arruolarsi nella repubblica di Salò. Aldo porta il nome dello zio, risuonato insieme a quelli di Alvaro Boccardi, Valoris Poli e Lando Vinicio Giusfredi nella sala maggiore di palazzo di Giano dove, causa maltempo, la cerimonia commemorativa si è tenuta.
Alla presenza delle autorità locali, del sindaco Alessandro Tomasi, dell’Anpi, di altre associazioni del territorio, di ragazzi della scuola Raffaello, i quattro ragazzi sono stati ricordati nel momento organizzato dal Cudir, il comitato per la difesa delle istituzioni repubblicane. Quando furono uccisi Aldo, Alvaro, Valoris e Lando non raggiungevano, tutti insieme, gli ottanta anni di età.