04/09/2022
Torniamo sul problema delle Terme di Montecatini, della crisi... e della richiesta della messa in liquidazione da parte delle banche. Lo facciamo facendo un sunto della lunga lettera scritta dall'assessore al bilancio Alessandro Lumi.
"È giunta all’improvviso, ma non certo inattesa, l’istanza di liquidazione giudiziale a carico di Terme spa presentata dal pool delle banche, creditrici per oltre 27 milioni nei confronti della società - ha sottolineato l'amministratore - La situazione che abbiamo trovato al nostro insediamento, non è un mistero, era drammatica, con debiti elevatissimi e un fatturato ridotto ai minimi termini che solo in parte riusciva a coprire i costi di gestione con la conseguenza che ogni anno il buco continuava ad allargarsi.
Gli interventi messi in atto prima del nostro arrivo non sono mai andati nella direzione di trovare rimedi strutturali per recuperare un equilibrio economico, ma hanno mirato essenzialmente a dare iniezioni di liquidità, prevalentemente attraverso l’alienazione di asset immobiliari, liquidità che veniva poi rapidamente bruciata nella fornace dei costi di gestione".
"Questa Amministrazione invece - ha proseguito Lumi - ha avviato immediatamente un percorso condiviso col socio di maggioranza per giungere ad un vero risanamento. Sui vari tavoli volti all’individuazione di una complicatissima soluzione sono passati fior di professionisti ed esperti di crisi d’impresa. Purtroppo le conclusioni di tutte le analisi sono state sempre le stesse: qualunque soluzione della pesante crisi non può fondarsi unicamente sui flussi finanziari di una gestione risanata, perché lo stock di debito è ormai talmente elevato che non si può prescindere da massicce iniezioni di liquidità da parte dei soci attuali e da una importante componente liquidatoria con la vendita di tutti i beni non strategici".
"Da qui la crescente consapevolezza che la salvezza delle nostre Terme - ha concluso l'assessore - può ragionevolmente passare (anche) dall’intervento di investitori privati. La soluzione che prevede soltanto il mantenimento della proprietà in mani pubbliche (Regione e Comune) ha una probabilità di realizzarsi prossima allo zero.
"Non è escluso quindi che proprio questa istanza delle banche possa rappresentare la sferzata necessaria per spingere nel breve tempo i soci e gli eventuali investitori privati interessati ad individuare e raggiungere una soluzione definitiva. Il tutto con l’ovvia consapevolezza che il “Cavaliere Bianco” che arriva e salva tutti esiste solo nelle favole".