Il poeta iraniano Garous Abdolmalekian è il vincitore della 69a edizione del Premio Ceppo Internazionale Poesia “Piero Bigongiari”, diretto e presieduto da Paolo Fabrizio Iacuzzi.
"Interprete di una vibrante poesia civile – si legge nel comunicato – la sua opera si colloca nel solco della grande tradizione lirica persiana. Non a caso figura come il più giovane dei poeti antologizzati nel volume Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi, a cura di Faezeh Mardani.
Due gli appuntamenti con l’autore:
Giovedì 8 maggio, Garous Abdolmalekian sarà a Firenze, nella Sala del Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana (Via Cavour 4), ore 16.00. Introducono l’incontro Paolo Fabrizio Iacuzzi e la traduttrice Faezeh Mardani a partire dalle poesie inserite da quest’ultima nell’antologia Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi (Mondadori, 2024). Partecipano Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana, e Cristina Giachi, presidente della Quinta Commissione Cultura e Istruzione.
Venerdì 9 maggio, a Pistoia, nell’Auditorium Tiziano Terzani della Biblioteca San Giorgio (Via Sandro Pertini), ore 16.00, Garous Abdolmalekian terrà la Piero Bigongiari Lecture: “Accogliere i pellegrini. Il riparo delle sillabe e delle parole”.
Garous Abdolmalekian, poeta e saggista iraniano, nasce a Tehran nel 1980. Inizia molto giovane a scrivere e pubblicare poesie che gli varranno da subito l’interesse e l’apprezzamento unanime della critica, tanto da essere annoverato tra i più interessanti e persuasivi autori dell’ultima generazione della Poesia nuova persiana, quella successiva alla Rivoluzione iraniana del 1979. Dopo alcune raccolte di grande intensità poetica come I colori sbiaditi del mondo (2005), Nell’oscurità le righe si confondono (2008), I solchi (2011), Nulla è nuovo come la morte (2015), nel 2018 ha dato alle stampe la sua raccolta dal titolo Segane-ye khavaremianeh, Jang Eshq Tanhaii (Trilogia del Medioriente, Guerra Amore Solitudine), pubblicato in Italia da Carabba nel 2021. Con il suo stile minimalista e il suo linguaggio tagliente e scarno, è un autore molto apprezzato in Iran ma non solo, sue poesie sono state tradotte e pubblicate in francese, tedesco, inglese, arabo, curdo e turco. Ha ottenuto vari riconoscimenti nazionali e internazionali, fra cui la candidatura al Premio Pen per l’antologia di poesie tradotte in inglese Appoggiati a questa tarda ora (2020).
Come scrive il giurato Filiberto Segatto nella motivazione, “il poeta vince il Premio Ceppo Internazionale Poesia per la sua scrittura, sintetica, diretta e priva di retorica, che muove da una prospettiva intima e personale per diventare poi intensa e vibrante quando parla in generale della condizione umana e in particolare delle drammatiche vicende dell’Iran di oggi, delle proteste popolari contro il regime e delle guerre in Medio Oriente”.
La lezione del poeta iraniano dà il titolo anche al libro Il riparo delle sillabe e delle parole, edito a cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi per le Edizioni dell’Accademia del Ceppo, che contiene anche le lezioni dei sei poeti finalisti: Pietro Cardelli su “Visitare i carcerati”, Andrea Donaera su “Dare sepoltura ai morti”, Rebecca Garbin su “Dare da mangiare agli affamati”, Tiziano Broggiato su “Visitare gli ammalati”, Federico Italiano su “Dare da bere agli assetati”, Rosaria Lo Russo su “Vestire gli ignudi”. Le lezioni sono dedicate alle sette opere di Misericordia corporale raffigurate nel fregio robbiano in terracotta, capolavoro della scultura rinascimentale e fra le opere più note di Pistoia, che si snoda al di sopra del loggiato esterno del Museo dell’ex Spedale del Ceppo.
La 69a edizione del Premio Letterario Internazionale Ceppo è realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura, con il sostegno di Fondazione Caript e Fondazione Chianti Banca, grazie alla compartecipazione del Comune di Pistoia con la Biblioteca San Giorgio, del Consiglio regionale della Toscana, nell’ambito della Festa della Toscana, e della Regione Toscana.
Redazione TG60