Ieri vi abbiano riferito di una lettera scritta al ministro degli Interni Matteo Piantedosi dal comitato cittadini residenti e dal comitato per Vicofaro dove si lamentava come… "gli accordi da Lei presi con il prefetto, con il vescovo e con il sindaco, che avevano come scopo quello di riportare legalità e sicurezza nel nostro quartiere di Vicofaro (a Pistoia), stiano miseramente naufragando"… quindi senza portare a risultati annunciati.
A questo proposito… oggi è arrivata la risposta della Diocesi di Pistoia:
"Dispiace leggere quelle parole – si legge nella replica – che non danno conto del grado di impegno nella soluzione della vicenda che va ben oltre le forze di una Diocesi o di una chiesa locale e che mette davanti a tutti un problema reale e concreto della società. Lo stile adottato negli ultimi mesi dalla Diocesi di Pistoia, in risposta alle sollecitazioni giunte anche dalle istituzioni, è stato di operoso silenzio e lavoro, in una situazione oggettivamente complessa come quella del necessario e più volte auspicato ricollocamento delle presenze di migranti che ancora oggi sono all’interno dei locali parrocchiali di Vicofaro".
"Ad oggi – si legge ancora – la Diocesi è riuscita a prendere in carico 25 migranti, ospitati presso l’Hospitium Bianchi e ulteriori 8 ragazzi in un appartamento. Altre strutture sono in fase di allestimento per la messa a disposizione".
"Lo sforzo profuso per allestire e gestire nel migliore dei modi i migranti, con le loro storie, le loro vulnerabilità, le condizioni di salute personali è davvero complesso e sta impegnando in modo totalizzante il personale Caritas e della Diocesi, in collaborazione con Asl e in raccordo con la Prefettura; realtà, enti e istituzioni a cui va il più sentito ringraziamento.
"Altri 15 migranti sono stati ricollocati presso Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) locali, con la collaborazione della prefettura, nella primissima fase di questa operazione. Altri stanno effettuando gli screening sanitari in attesa di essere inseriti nel sistema Sai (Sistema Accoglienza Integrazione)".
"Il ricollocamento dei migranti, sia quelli già in carico alla Diocesi, sia quelli ancora attualmente presenti a Vicofaro, viene portato avanti attraverso passaggi e procedure complesse, sia legali che sanitarie, come ad esempio la verifica delle posizioni di ciascuno e l’idoneità a poter essere eventualmente presi in carico dai sistemi di accoglienza previsti dall’attuale normativa".
"È inoltre necessario sottolineare che molti dei presenti a Vicofaro sono persone fragili, spesso con problemi psichiatrici o di dipendenza, difficilmente gestibili da percorsi di volontariato, ma bisognosi di interventi specifici e non facilmente attivabili, soprattutto in questi numeri, in questo contesto".
"In questa complessità il lavoro iniziato continua, nella ricerca di soluzioni giuste e rispettose di tutti".
Redazione TG60