Il giornalista e podcaster, voce di Veleno e Il Dito di Dio, ospite al festival Convergenze Creative. Trincia ha raccontato il suo approccio narrativo e l’evoluzione del linguaggio audio. Presente anche TVL con il progetto Libera Podcast.
Montecatini Terme – Emozione, rigore, e un microfono. Pablo Trincia è stato protagonista di uno degli incontri più attesi del festival Convergenze Creative, tenutosi a Montecatini Terme, dove ha raccontato la sua esperienza nella narrazione audio e nella produzione di podcast di successo come Veleno, Il Dito di Dio e Il Cacciatore di Magliette.
Davanti a un pubblico attento, il giornalista ha ripercorso le fasi più importanti del processo creativo: dalla raccolta sul campo delle testimonianze alla scrittura, fase che ha definito “la più impegnativa, perché richiede precisione e profondità, specialmente quando si trattano storie vere e delicate”.
Non sono mancate riflessioni sul carico emotivo legato a vicende drammatiche come quelle trattate nei suoi lavori: “Raccontare la sofferenza – ha detto – significa anche proteggersi, trovare un equilibrio, staccare nei weekend. Altrimenti queste storie ti consumano”.
Trincia ha parlato anche del futuro dei podcast, sottolineando come la qualità dei contenuti e l’impegno degli autori restino fondamentali: “Non credo nell’intelligenza artificiale per questo tipo di narrazione. Le storie vanno vissute, scelte, restituite con onestà. Il pubblico se ne accorge”.
L’incontro si è inserito all’interno di una riflessione più ampia sui linguaggi contemporanei, promossa dal festival Convergenze Creative, rassegna che punta a connettere arte, comunicazione e innovazione.
In questo stesso solco si inserisce anche Libera Podcast, il progetto originale di TVL che racconta storie del nostro tempo con uno sguardo aperto, consapevole e profondamente umano. Un’iniziativa che guarda alla comunicazione del futuro, dove la voce torna centrale e il racconto diventa strumento di comprensione.
Simone Gai