BASKET A - C’è un silenzio che fa più rumore di qualunque coro. È il silenzio del fischio finale al PalaBigi, dove l’Estra Pistoia ha chiuso la sua stagione con una sconfitta per 86 a 72 contro la Unahotels Reggio Emilia. Un risultato che non avrebbe cambiato il verdetto stagionale. Ma quello che è accaduto sugli spalti ha raccontato un’altra verità, più profonda: l’amore di una città per la sua squadra, anche nella sconfitta.
Con Pistoia retrocede anche Scafati, entrambe ferme a 12 punti, in fondo alla classifica. La quota salvezza si è fermata a 18, con Cremona e Varese salve per un soffio, a certificare la mediocrità di questo campionato, il cui titolo poteva essere: Sarebbe bastato poco.
Se il campo ha emesso il suo verdetto, fuori dal parquet le incertezze sono ancora più pesanti. Il dopo-Rowan è tutt’altro che chiaro. La proprietà americana subentrata non ha ancora mostrato una linea strategica definita, né sul piano tecnico né su quello gestionale; mancano parole chiare, progetti, volti riconoscibili. E soprattutto manca quella sicurezza finanziaria che in Serie A2 sarà fondamentale, in un campionato dove contano tanto i bilanci quanto il talento.
A questo si aggiunge un debito pregresso che continua a pesare sul futuro del club, e che impone scelte oculate e trasparenti. Senza basi solide, ripartire sarà un esercizio retorico più che sportivo ed in questo momento sono tante le voci che corrono e si rincorrono.
Ma oggi una certezza esiste. A Reggio Emilia si sono presentati in oltre 200, a sostenere una squadra già retrocessa. Non per vederla vincere, ma per esserci. Perché quando si ama davvero, non si sceglie il momento giusto e una volta ancora Pistoia e la Baraonda Biancorossa hanno vinto sugli spalti. Non chiamatela consolazione. Quello che il pubblico pistoiese ha dimostrato in questa stagione non è un contentino romantico. È identità. È orgoglio puro, Un amore commovente, testardo, forse perfino illogico. Ma profondamente identitario.
Questo tifo, questa gente, non è un contorno: è la colonna vertebrale del basket a Pistoia. È la prova che qui la pallacanestro non è solo sport, ma una questione culturale e affettiva. Una ricchezza che altre piazze, magari più vincenti, possono solo invidiare.
Non è una magra consolazione. È la base su cui costruire tutto il futuro.