PISTOIA - Dopo le primissime prove di qualche anno fa, parte dal T. Ombrone Pistoiese una campagna massiva di inoculi di uno specifico fungo in grado di ridurre la diffusione delle piante di ailanto, specie aliena altamente invasiva che minaccia la biodiversità autoctona, specie lungo i corsi d’acqua
La gestione forestale della fascia arborea lungo i corsi d’acqua passa anche dall’innovazione scientifica: non solo dunque diradamenti selettivi per la sicurezza idraulica e interventi con strategie selvicolturali di gestione in grado di favorire piante giovani e specie più pregiate. Al Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno si fa anche sperimentazione: in passato sul Poligono del Giappone (Reynoutria japonica) e oggi anche sull’Ailanto (Ailanthus altissima), una delle specie aliene più invasive e diffuse specie nei contesti dove si taglia di più, come cigli stradali o argini in manutenzione.
Questa volta grazie ad una partnership qualificata con il CNR – Istituto di Protezione Sostenibile delle Piante che a sua volta si avvale della collaborazione dell’Università degli Studi di Pisa, come ci racconta il Dott. Giovanni Emiliani: “Come per tutte le specie esotiche non si era a conoscenza di nemici naturali dell’ailanto, almeno fino ad una decina di anni fa quando il gruppo di ricercatori di patologia vegetale dell’Università di Pisa, coordinata dal prof. Lorenzini, trovò delle piante deperienti da cui furono effettuati isolamenti di un fungo del genere Verticillium; un patogeno del suolo che causa la verticillosi, una malattia vascolare che blocca la linfa della pianta attraverso i tessuti xilematici, causando appassimento e morte della vegetazione. Questo fungo ha il vantaggio che si muove sia verso l’alto ovvero verso la parte aerea della pianta sia verso il basso e dunque verso le radici, fattore molto importante per una specie come l’ailanto, con grande capacità pollonifera, per impedirne la ricrescita”.
Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno già dal 2020 aveva finanziato una primissima prova di inserimento del fungo in alcune piante isolate nella zona di Sesto Fiorentino e Calenzano e visti gli ottimi risultati si passa adesso ad una sperimentazione più diffusa, su almeno una quarantina di piante di Ailanto, presenti sul Torrente Ombrone Pistoiese nella zona del Ponte di Gello, dove le dimensioni del corso d’acqua sono tali da permettere una gestione della fascia ripariale con presenza di piante giovani e arbusti stagionali.
“La bonifica è ormai sempre di più innovazione, gli esempi sono molteplici sul territorio regionale e nazionale – commenta Paolo Masetti, Presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e di ANBI Toscana – nel nostro caso stiamo lavorando da tempo con il CNR, le Università Toscane, ARPAT, etc. per contrastare una diffusione eccessiva di specie aliene difficili poi da contenere e gestire anche dal nostro punto di vista della sicurezza idraulica. Proprio qui nel Pistoiese le sperimentazioni riguardano il Poligono del Giappone e ora anche l’Ailanto, con la speranza di ottenere risultati utili da replicare a livello nazionale ed europeo”.