PISTOIA - I reati fallimentari e fiscali per i quali un cittadino di Quarrata, di origini campane, è finito agli arresti domiciliari sono soltanto l’apice di una vera e propria escalation criminale, messa in luce dalla Procura di Pistoia e dalla locale Guardia di Finanza: prima le violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, poi le opere eseguite senza autorizzazioni, fino ad arrivare ad attività inerenti l’immigrazione clandestina, la cessione di stupefacenti legata ad un gruppo criminale italo-albanese operante a Pistoia e scoperto nel 2020 ed infine i reati economici-finanziari per i quali è adesso indagato.
Reati, questi, evidentemente ritenuti ben più remunerativi delle precedenti attività criminali, iniziati circa 10 anni fa, con l’apertura di una ditta individuale con la quale, in poco tempo, aveva maturato debiti con l’erario per oltre 2 milioni di euro.
Per mascherarli, Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe poi aperto – o meglio fatto aprire, intestandola alla moglie, anch’essa residente a Quarrata – una seconda società, con sede a Pistoia e operante nella produzione di oggetti in ferro, rame e metalli. Anche in questo caso aveva distratto risorse per oltre un milione di euro, invece di versarle all’erario.
Dichiarata fallita questa seconda impresa, ne aveva fatta aprire una terza (stessa sede, stesso settore, stessi dipendenti), ma questa volta intestandola a un prestanome, residente a Pistoia.
Anche in questo caso stessa fine: debiti per 600mila euro.
Ed è a questo punto, con la bancarotta di questa terza impresa, che Procura e Fiamme Gialle sono intervenute mettendo fine a questa spirale di aperture e chiusure di imprese: l’indagine ha coinvolto, oltre all’uomo, anche la moglie e l’altro prestanome, mentre il Tribunale di Pistoia ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 1 milione e 600mila euro nei confronti dei tre indagati.
Reati fiscali dietro attività di ferramenta: 3 indagati
44








