PISTOIA - La frode ammontava a circa 11 milioni di euro e i principali artefici, scoperti nel giugno scorso dalla Guardia di Finanza, erano una commercialista pistoiese e un imprenditore pugliese attivo tra Firenze, Prato e Pistoia. Questa mattina sono comparsi davanti al collegio del tribunale di Pistoia per l’avvio del processo che li vede entrambi imputati.
I due, con l’ausilio anche di prestanomi, avevano messo in piedi un sistema di frodi legate al cosiddetto “Bonus Facciate”: producendo fatture false per lavori mai realizzati accedevano, senza averne diritto, ai bonus edilizi statali, ottenendo crediti di imposta che confluivano in specifiche società con sede a Prato, ma con conto corrente in una filiale pistoiese.
L’operazione, coordinata dal pubblico Ministero Leonardo De Gaudio della Procura di Pistoia ha permesso il sequestro di beni mobili e immobili (tra cui un albergo, una casa e una fabbrica) dal valore pari a quello della frode, ossia appunto 11 milioni di euro.
Bonus facciate, commercialista pistoiese a processo
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