A settembre la Fondazione Marini – commissariata dall'autunno scorso – inizierà una nuova fase... quella della nomina di un nuovo consiglio di amministrazione. Un primo passo per andare progressivamente verso la sua gestione ordinaria.
Ad annunciarlo è l'attuale commissario, il prefetto Raffaele Ruberto, a conclusione del mese nel quale, dopo anni, è riuscito a riaprire in via straordinaria il piano terra del museo di palazzo del Tau, con un'esposizione, pensata per l'occasione, delle opere di Marino Marini, dal titolo emblematico “Marino e Pistoia di nuovo insieme”.
Il rinnovo del cda non sarà un passaggio veloce. A nominare i 6 membri del consiglio dovrà essere proprio il prefetto Ruberto, sulla base dello Statuto della Fondazione, che prevede tre nomine espressione del territorio (Comune di Pistoia, Sovrintendenza, Intesa San Paolo) e tre di provenienza della famiglia di Marino Marini.
Proprio qui sta la difficoltà: il commissario dovrà attivare, infatti, anche con l'ausilio di professionisti, una serie di ricerche per capire quali siano i familiari più stretti attualmente in vita del Maestro e, successivamente, sondare un loro eventuale interessamento ad entrare nel cda.
Il punto è delicato e cruciale, perché è evidente che un cda fotocopia del precedente facilmente riproporrebbe gli stessi problemi e attriti di prima, quando parte del consiglio aveva tentato di cambiare lo statuto e la composizione del cda stesso, e non era arrivato a chiudere l'ultimo bilancio di esercizio. Parallelamente al complesso lavoro di ricostruzione formale degli organi della Fondazione, il commissario proseguirà anche l'attività culturale, forte del successo della mostra appena conclusa (707 visitatori registrati, più un centinaio presenti all'apertura; il 40% di turisti; 505 i visitatori prenotati online). Per il futuro è già prevista a novembre la presentazione del libro di Nicol Mocchi sul periodo svizzero di Marino che – spiega il commissario – è tra i meno indagati, ma anche tra i più significativi perché segna il passaggio ad uno stile più drammatico perché proveniente dalla guerra ed anche la maturazione del suo antifascismo. Non si esclude poi un concorso di scultura per le scuole.