"Vista l’attuale situazione di inerzia da parte della Regione, i gestori delle Rsa (Residenze Sanitarie Assistite) private si vedranno costretti ad aumentare la quota di parte sociale alle famiglie (si parla di circa 13 euro) a partire dal 1° gennaio 2023 - è quanto si legge in una nota diffusa da Confcooperative Toscana - i costi che le strutture socio sanitarie stanno sostenendo, oltre al caro bolletta e all’inflazione, hanno reso la situazione insostenibile".
"Da oggi, gestori e lavoratori delle Rsa, con i familiari degli ospiti, inizieranno a presidiare l’ingresso del Consiglio Regionale per far ascoltare il proprio grido d’allarme. Manifestazioni che proseguiranno finché non si raggiungeranno risultati adeguati".
Dopo la manifestazione in piazza Duomo a Firenze dello scorso fine ottobre (e le immagini si riferiscono proprio a questa protesta) e l’incontro in Prefettura con la Regione... i presidenti delle Associazioni rappresentative dei gestori delle Rsa e dei Centri Diurni accreditati del Terzo Settore, del privato e del sistema pubblico (Grilli e Batini) hanno incontrato l’assessore Serena Spinelli e il direttore generale della Sanità Federico Gelli per esaminare la grave situazione emergenziale in cui si trovano le strutture socio sanitarie.
Emergenza che riguarda sia il piano gestionale e finanziario, sia la carenza di infermieri e di personale addetto alla diretta assistenza. Situazione grave, che tocca anche i lavoratori, discriminati negli stipendi rispetto ai dipendenti pubblici, impiegati in analoghi servizi socio sanitari, sia le famiglie, chiamate a sostenere gli aumenti dei costi dei ricoveri per la quota di parte sociale.
"Consapevoli delle condizioni di difficoltà delle famiglie - si legge ancora nel comunicato - le associazioni dei gestori incontreranno prossimamente i familiari degli anziani, per studiare congiuntamente come agire ed evitare l’aumento delle rette sociali".