Sull’eventualità che a Veneri, nel comune di Pescia, venga realizzato il CPR, il centro di permanenza per il rimpatrio, immediate e numerose sono state le reazioni sia dal mondo politico che da quello dell’associazionismo, tant’è che contro questo provvedimento del governo oltre 40 associazioni in Toscana hanno sottoscritto un appello denunciando, si legge, «la gravità della continua riproposizione di un modello incostituzionale basato sulla privazione della libertà personale».
Anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, si è detto perplesso verso questa soluzione. “Prima di arrivare a prevedere nuovi Cpr in generale, in Italia, ne cambierei la natura. Li vorrei vedere – ha detto Giani - più vicini al concetto di centro di accoglienza”.
Un no deciso e convinto anche dalla Caritas regionale
Coro di no al CPR all’ex carcere di Veneri arriva anche dai candidati sindaci al comune di Pescia.
Riccardo Franchi, candidato sindaco con la lista di centro sinistra Uniti per Pescia si dice assolutamente contrario all’apertura di questo CPR.
La struttura di Veneri deve essere riqualificata e utilizzata a vantaggio della popolazione – afferma Giancarlo Mandara candidato con la lista Voltiamo Pagina – che si dice contrario alla realizzazione del CPR.
“è una cosa vergognosa” sostiene la candidata Sabrina Lazzerini per le liste Pescia a Sinistra e Pescia in Movimento”. “Non sono possibili mediazioni - scrive in un comunicato - quel centro non si ha da fare né qui, né altrove.
“Non si può pensare di accogliere queste persone in una struttura pensata per tutt’altro scopo” dice il candidato per il centro destra Antonio Grassotti che si dice fermamente contrario alla realizzazione del CPR all’interno dell’ex carcere.
Infine, nonostante le nostre richieste, non si è espresso Vittoriano Brizzi, candidato sindaco con la lista Pescia Cambia