• Costi energetici: i comuni corrono ai ripari


    21/11/2022

    I rincari dei costi dell’energia colpiscono duramente anche le casse pubbliche e così, quasi tutti i comuni della provincia di Pistoia sono corsi ai ripari: alcuni hanno abbassato la temperatura all’interno degli uffici pubblici, altri hanno ridotto le ore di funzionamento del riscaldamento, quasi tutti hanno diminuito le ore di accensione dell’illuminazione pubblica. Il tentativo è quello di contenere gli aumenti dei costi energetici, che nei comuni più grandi arrivano anche a centinaia di migliaia di euro. D’altra parte però i provvedimenti spesso si scontrano con le esigenze dei cittadini che, da varie parti, esprimono preoccupazione per la sicurezza delle proprie case per timore di furti e della criminalità, sia per quanto riguarda la visibilità notturno per le strade.

    A Quarrata inizialmente il Comune aveva previsto l’accensione dell’illuminazione pubblica con mezz’ora di ritardo alla sera e  30 minuti di anticipo alla mattina, così come previsto anche dal comune di Agliana e dal Comune di Pistoia, ma nella città del mobile, proprio per ragioni di sicurezza e per richieste di modifica da parte dei cittadini l’Amministrazione ha deciso poi di ridurre a soli 15 minuti lo slittamento dell'accensione e dello spegnimento dei lampioni. Già solo con questa piccola manovra, però, Quarrata prevede un risparmio di circa 50.000 euro.

    Nel comune capoluogo già da anni alla mezzanotte scatta l’illuminazione al 50%: un lampione sì e uno no in quasi tutte le zone della città. In più Pistoia ha investito anche nel risparmio sugli edifici pubblici: ha staccato alcune luci in corridoi e scale e ha sensibilizzato tutti i fruitori di scuole e impianti sportivi ad un uso contenuto dell’energia elettrica. Sforzi che, comunque, non riescono ad azzerare l’aumento dei costi energetici.

    L’Amministrazione di Agliana è intervenuta anche sul riscaldamento degli uffici pubblici, accesi per la prima volta il 21 novembre e per sole 3 ore al giorno, 2 la mattina e una il pomeriggio. Provvedimenti che, anche in questo caso, non riusciranno comunque compensare i rincari che potrebbero arrivare fino a 500.000 euro.

    Nel Comune di Marliana lampioni spenti dalla mezzanotte fino alle 5 di mattina. Uniche due eccezioni, per le festività natalizie, quando si posticiperà lo spegnimento alle 1 di notte, e in alcune zone nelle quali per ragioni di sicurezza l’illuminazione sarà lasciata accesa tutta la notte. Negli uffici comunali invece si è già provveduto ad abbassare di un grado il riscaldamento. Obiettivo: abbattere l’aumento dei costi energetici, stimato in 80.000 euro.

    Il Comune di Serravalle pistoiese, addirittura ha deciso di accendere l’illuminazione pubblica un’ora e mezzo dopo e di spegnerla la mattina 90 minuti prima. Spenti anche tutti i monumenti, compresa la Rocca. Scelte sofferte, ma necessarie – secondo l’Amministrazione – per cercare di contenere l’aumento dei costi energetici stimato in 150mila euro. Ridotta di 2 ore anche l’accensione del riscaldamento negli edifici pubblici – tutti tranne le scuole.

    C’è anche chi, poi, per ragioni di sicurezza lascerà inalterata l’illuminazione pubblica: è il caso del sindaco Giurlani di Pescia, che ha spento solo l’illuminazione di qualche monumento e in alcune zone terrà acceso un lampione sì e uno no dopo a mezzanotte. Questo, nonostante la stima di rincari per l’illuminazione pubblica di 450mila euro.

    A Ponte Buggianese, invece, si sono mossi per tempo: già da giugno il Comune ha infatti ritardato di 40 minuti l’accensione dei lampioni la sera e anticipato lo spegnimento di mezz’ora la mattina.

    Queste sono alcune delle misure urgenti, prese dai comuni della provincia per fronteggiare l’emergenza. In molti stanno però facendo anche investimenti a lungo termine per l’efficientamento energetico: uno tra tutti, convertire a led l’illuminazione pubblica.



    Redazione TG60
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