Oggi come nell’antichità l’acqua è un bene inestimabile, essenziale.
Ne erano pienamente consapevoli i romani che, nelle loro città, riservavano un posto privilegiato alle opere funzionali alla sua distribuzione e fruizione per tutta la popolazione. Un rapporto riemerso letteralmente dalla terra negli scavi archeologici in corso in Israele nel sito dell’antica Ashkelon, città che si affaccia sul mediterraneo e che era considerata la porta a sud della Terra Santa.
Quì, non lontano dall’odierna Ascalona a pochi chilometri dalla striscia di Gaza, nella città che diede i natali ad Erode il Grande, una spedizione italiana, guidata dalla dottoressa Cecilia Luschi, ha lavorato per far luce su di un mistero, quello delle fonti idriche della città.
Pistoiese d’adozione, ha studiato al liceo Forteguerri, ricercatrice del dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, la dottoressa Luschi e la sua equipe, con il progetto "Askgate" promosso dall'ateneo toscano e finanziato dal Ministero degli Esteri Italiano, ha portato alla luce sotto strati di epoche diverse, criciate e prima ancora bizantine, un’antica canalizzazione risalente ad epoca romana e che, sotto terra, permetteva di rifornire di acqua la città.
Il sito si trova non lontano dalla Basilica dell’antica Ashkeon, fulcro della vita della città romana, considerato uno dei siti archeologici più importanti della regione e risalente a circa duemila anni fa.
di seguito il link per maggiori infomazioni sul progetto Askgate
https://www.dida.unifi.it/vp-784-askgate.html#