BASKET - Era nell’aria, come il polline nei primi giorni di primavera; e come il polline, la notizia ci ha inumidito gli occhi di lacrime
Marco Sambugaro saluta Pistoia e lo fa come si congedano i grandi: in punta di piedi, con la dignità di chi sa che ha dato tutto, e con lo sguardo già proiettato verso una nuova sfida, che si chiama Reggio Emilia. Dopo sei stagioni intense, vissute sempre al centro della tempesta e del cuore pulsante del Pistoia Basket, finisce un’era. E non è un’esagerazione.
Sambugaro è arrivato quando serviva ricostruire, ripensare, crederci di nuovo. E lo ha fatto, senza proclami, senza riflettori. Con il lavoro. Con l’occhio attento del direttore sportivo che sa scegliere gli uomini prima ancora che i giocatori, che sa leggere tra le pieghe delle statistiche e dentro l’anima di un gruppo.
Con lui al timone, il club biancorosso ha vissuto alcune delle sue stagioni più gloriose: la Supercoppa di Serie A2, la semifinale del 2022, la promozione in Serie A conquistata con il sudore e con la testa, il ritorno tra le grandi, le Final Eight e i playoff nell’Olimpo del basket. Ma ha vissuto anche anche una autoretrocessione, il covid e l’ultima, disgraziata annata, dove è stato messo in un angolo da una dirigenza ottusa. Numeri? Sì. Ma soprattutto emozioni. Emozioni vere, di quelle che fanno tremare il PalaCarrara e scendere lacrime sulle guance dei tifosi.
Perché Sambugaro non è stato solo un dirigente: è stato un complice, un sognatore, un custode della passione pistoiese. È stato l’uomo che ha tenuto saldo il timone quando le onde si alzavano, che ha fatto da ponte tra la società e lo spogliatoio, che ha saputo aspettare, cambiare, ricominciare.
L’addio è amaro. Perché certe storie, quando finiscono, lasciano un vuoto. Non solo tecnico, ma umano. I tifosi lo sanno, lo sentono. Lo saluteranno con rispetto, con affetto, ma anche con una ferita aperta. Perché in fondo tutti speravamo che Sambugaro restasse ancora, che continuasse a scrivere capitoli nuovi di questa favola sportiva.
A Reggio Emilia troverà una nuova casa, nuove sfide, nuove attese. Ma Pistoia resterà nel suo cuore. Così come lui resterà nel cuore della città. Con la sua calma apparente, con la sua tenacia, con il suo sorriso schivo. Con quella capacità rara di costruire futuro.
Buona fortuna, Marco. Pistoia non dimentica, perché chi ha acceso una passione non se ne va mai davvero.