Dopo il 74° suicidio in carcere dall’inizio dell’anno; il primo a Pistoia da molto tempo… il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Pistoia ha scritto una lettera.
“L’esperienza pistoiese ci insegna come una buona amministrazione e condizioni di vita dignitose limitano i disagi dei detenuti, contengono gli atti di autolesionismo e i tentativi di auto-soppressione.
La vita nel carcere di Pistoia non era forse l’ideale a cui ogni carcere deve ispirarsi, ma i dati statistici ci dicono che un numero di detenuti contenuto entro i limiti di legge consentiva di raggiungere obiettivi, quali la pacifica convivenza, lo svolgimento di attività didattiche e iniziative lavorative ed educative di vario genere.
Già da questa estate, e nelle ultime settimane, il Garante dei Detenuti del carcere di Pistoia aveva denunciato condizioni di vita divenute insopportabili a causa del sovraffollamento che vedeva la Casa Circondariale di Pistoia ospitare un numero di detenuti eccessivo: eccessivo rispetto a una capienza compatibile coi principi affermati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, eccessivo rispetto a condizioni compatibili con la vita.
Questo ci sentiamo di denunciare e di gridare oggi, al netto dei motivi che hanno portato un detenuto in custodia cautelare a togliersi la vita nella Casa Circondariale di Pistoia pochi giorni fa, motivi che non conosciamo e che forse non conosceremo mai.
Ma quello che sappiamo è che la vita umana deve essere tutelata, all’esterno come all’interno delle mura di un carcere.
Di fronte ai “buttate via la chiave” e ai “speriamo che marcisca in galera”, la Camera Penale di Pistoia si sente in dovere, oggi come sempre, di affermare a gran voce che i detenuti non rappresentano una casta di “paria”, ma che all’interno del carcere vivono uomini e donne a cui devono essere garantite condizioni di vita dignitose e aspettative di rieducazione e di rinascita”.
(documento a firma de… il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Pistoia)








