10 persone sono finite nei guai al termine di una inchiesta sul team ciclistico professionistico Vini Zabù con sede a San Baronto (comune di Lamporecchio) condotta dai Carabinieri del Nas di Firenze, coordinati dalla Procura di Pistoia.
L’accusa, per i cui indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio, riguarda… l’uso e favoreggiamento di sostanze dopanti e l’estorsione in danno di ciclisti.
Nel mirino degli inquirenti ci sono (a vario titolo) ciclisti, dirigenti e un direttore sportivo; la loro posizione è emersa dopo ben 4 anni di indagini.
L’inchiesta ha svelato un presunto sistema di illeciti, tra cui doping sportivo ed estorsione. Tutto è partito nel 2021, a seguito della positività di un ciclista a un controllo antidoping e dopo un report riservato dell’Agenzia antidoping della Svizzera scaturito da segnalazioni anonime sulla piattaforma dedicata di quell’organizzazione. Le segnalazioni descrivevano nel dettaglio pratiche di doping e presunte estorsioni ai danni degli atleti, costretti a restituire parte del loro ingaggio.
Gli investigatori del Nas hanno identificato gli atleti che hanno confermato le accuse, rivelando un meccanismo per reclutare ciclisti di minor livello. Questi avrebbero dovuto pagare per ottenere un contratto, tramite una società irlandese.
Fondamentale, nel corso delle indagini, la collaborazione offerta dall’Unione Ciclistica Internazionale, che ha messo a disposizione dati e riscontri per ricostruire la vicenda.