PISTOIA - E’ durato un’ora e mezza lo sgombero della canonica di Vicofaro.
Pochi minuti prima delle 12.30 di martedì primo luglio, la Polizia ha dato attuazione all’ordinanza di sgombero dei locali, con gli agenti che, salite le scale che portano al primo piano, sono entrati nei locali adiacenti alla chiesa di Santa Maria Maggiore; all’interno sei migranti, gli ultimi rimasti degli oltre 120 che sino a pochi giorni fa erano ospitati.
Negli ultimi sei giorni la gran parte aveva accettato di spostarsi in strutture messe a disposizione della Diocesi di Pistoia, seguiti da personale della Caritas e da volontari, mentre alcuni si sarebbero allontanati volontariamente.
Uno sgombero durante il quale si sono avuti momenti di tensione, ma caratterizzato anche anche gesti di umanità, come quelli di alcuni degli agenti che accompagnando verso le auto i migranti, visibilmente spaventati per quanto stava accadendo, hanno cercato di calmarli e tranquillizzarli.
Due dei sei ragazzi che erano ancora nella canonica sono stati quindi portati via dalla Polizia, due sono venuti via con il parroco don Biancalani e altrettanti sono stati seguiti dalla Caritas, la volontà della Diocesi di Pistoia è comunque quella di accoglierli tutti nei centri realizzati sul territorio provinciale.
Sulla vicenda è intervenuto con un post il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Dopo dieci anni, è stata sgomberata la canonica di Vicofaro, a Pistoia, trasformata in un centro di accoglienza abusivo per centinaia di migranti…. è stato riaffermato un principio essenziale: l’integrazione è possibile solo nel rispetto delle regole”.
“Si ripristinano le condizioni di legalità, di sicurezza e di dignità all’interno della parrocchia e nel quartiere”, ha commentato il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi.
L’ultimo atto, erano circa le 14.00, è stato la chiusura delle porte della canonica e il posizionamento di pannelli di legno a impedire ingressi; il progetto annunciato dalla Diocesi è di risistemare tutti gli ambienti, in vista di una futura riapertura, ma accogliendo un minor numero di persone.
Con Vicofaro svuotata, in terra restano brandelli di vita di quanti in questi anni sono passati di qui, scarpe, vestiti, coperte, un pezzo di legno con su scritto in arabo da uno dei ragazzi un pensiero, quasi una rassicurazione, rivolta alla propria madre: “mamma mia, stiamo tutti insieme”.
Sgomberata Vicofaro, trasferiti gli ultimi migranti
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