FIRENZE - È stato firmato ieri a Firenze, nella sede della Regione Toscana, l’accordo che istituisce il Distretto rurale castanicolo toscano. Un progetto che nasce per sostenere la filiera della castagna, rilanciare un comparto fondamentale per l’economia delle aree montane e contrastare lo spopolamento dei territori interni.
L’intesa è frutto di un percorso durato tre anni, che ha visto il coinvolgimento di produttori, associazioni e istituzioni locali. Un ruolo decisivo lo ha avuto Anci Toscana, che ha coordinato il processo partecipativo raccogliendo le esigenze dei territori e costruendo una governance condivisa tra amministrazioni, imprese e comunità.
Il nuovo Distretto avrà il compito di valorizzare e promuovere un patrimonio unico, fatto di tipicità riconosciute e apprezzate anche oltre i confini regionali: il Marrone del Mugello IGP, la Castagna del Monte Amiata IGP, il Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la farina di castagne della Lunigiana DOP e la Farina di Neccio della Garfagnana DOP, ottenuta da varietà tradizionali come Carpinese, Rossola e Mazzangaia.
“Un passo importante per dare prospettive concrete a chi lavora in montagna e tiene vive le tradizioni della castanicoltura” – ha commentato Stefano Fazzi, presidente dell’Associazione castanicoltori della Lucchesia.
Per Susanna Cenni, presidente di Anci Toscana, “il Distretto rappresenta una grande opportunità per unire le forze, sostenere le comunità montane e creare sviluppo sostenibile a partire da un prodotto identitario come la castagna”.
Con l’accordo di ieri il Distretto castanicolo toscano diventa ufficialmente operativo: un patto che unisce tutela ambientale, innovazione e promozione turistica, con l’obiettivo di trasformare la castagna in una leva di sviluppo economico, culturale e sociale per tutta la Toscana.