Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una legge che disciplina le procedure e i tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito. La legge è stata approvata con 27 voti a favore e 13 contrari.
La legge prevede che il paziente debba essere affetto da una malattia incurabile che lo porti a sofferenze intollerabili, essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale ed essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli. La decisione deve essere espressa in modo chiaro e univoco.
La legge prevede inoltre la creazione di una Commissione multidisciplinare permanente che valuterà i singoli casi e fissa in 37 giorni il termine massimo per la conclusione della procedura.
La Toscana è la prima regione italiana a dotarsi di una legge di questo tipo.
Il dibattito in aula è stato lungo e ricco di contenuti .. al voto, avvenuto nel tardo pomeriggio, è preceduta la fase delle dichiarazioni di voto-
"Laicità e diritto all’autodeterminazione", queste le parole espresse dal consigliere Maurizio Sguanci (Italia viva), che ha confermato il voto favorevole del suo gruppo, sottolineando come la legge vada a normare procedure sanitarie finora diseguali. Irene Galletti (Movimento 5 stelle) si è detta "orgogliosa di questo passaggio di civiltà per la Regione toscana".
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha invece annunciato il voto contrario del suo partito. "Sono convinto – ha detto – che la strada che oggi prende la Toscana non sia la più corretta". Voto contrario annunciato anche da Elena Meini (Lega) "convintamente contro questa legge".
Marco Stella (Forza Italia) ha espresso preoccupazione per "l'idea che la fragilità e il dolore vanno eliminate". Stella ha inoltre sollevato una questione politica sulla maggioranza allargata che ha sostenuto la legge.
Andrea Ulmi (gruppo misto-Merito e lealtà) ha infine confermato il voto favorevole del suo gruppo, sottolineando come la legge rappresenti un "escamotage" di fronte al vuoto normativo nazionale.
“Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque.” Questa la dichiarazione del cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana.
I Vescovi fanno infine un appello ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice, di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza e di vita. “Sancire con una legge regionale il diritto alla morte – dice ancora il presidente della CEI – non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”.
Massimo Pannocchi