BASKET A2 - Quello tra Estra Pistoia e Libertas Livorno, in programma alla Lumosquare, doveva essere una festa del basket toscano. Un derby atteso, di quelli capaci di accendere passione, orgoglio e appartenenza. Ma stavolta, ancora prima della palla a due, il match ha già perso una parte della sua anima.
La Prefettura di Pistoia, su proposta del Questore e in conformità con la determinazione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ha disposto il divieto di vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Livorno.
Una misura di sicurezza che il Pistoia Basket ha accolto con senso istituzionale e rispetto, ma resta l’amarezza per una decisione che, pur presa in nome della prudenza, toglie al basket il suo respiro più autentico: la passione condivisa.
Non si ricordano episodi di violenza o incidenti legati al basket tra Pistoia e Livorno, semmai qualche diverbio isolato in ambito calcistico. Eppure, la palla a spicchi paga il prezzo di tensioni nate altrove. Così, il PalaCarrara sarà più silenzioso; meno colori, meno cori, meno abbracci tra tifosi e famiglie.
A perdere non saranno solo i sostenitori livornesi, costretti a restare a casa, ma anche lo spettacolo, l’atmosfera di festa e persino l’incasso di un evento che avrebbe potuto celebrare la passione di due piazze storiche del basket toscano.
È un precedente che lascia riflettere: perché il rischio, in futuro, è che la paura prenda il posto dell’entusiasmo e che le tribune, anziché luoghi di incontro e confronto sportivo, diventino spazi sempre più vuoti e diffidenti.
E allora resta solo una speranza, la più semplice e forse la più importante: che il basket torni presto ad appartenere a tutti. A chi lo gioca, a chi lo ama… e anche a chi, seguirà da lontano un derby che avrebbe potuto unire, invece di dividere.