Il processo per le violenze su Ayla andrà fino in Corte Costituzionale.
Questa mattina in Corte d’Appello si attendeva la sentenza sulle pene inflitte in primo grado ai due giovani che quattro anni fa, in un vicolo del centro di Pistoia, violentarono e poi ripresero con il cellulare Ayla, ragazza oggi 21enne, ma minorenne all'epoca dei fatti. Della vicenda si è parlato molto nei mesi scorsi, anche per il coraggio di Ayla di esporsi in prima persona e raccontare la sua sofferenza. Nei mesi scorsi apparvero anche in città manifesti che chiedevano giustizia per lei.
Per uno dei due giovani – difeso dagli avvocati Andrea Mitresi e Gabriele Bordoni – è stata confermata la condanna di primo grado a 2 anni e 4 mesi (pena sospesa), avendo la Corte d’Appello ritenuto inammissibile il ricoso del PM che ne chiedeva l’inasprimento.
Per l’altro giovane – difeso dagli avvocati Cecilia Turco e Michele Passione – condannato in primo grado a 3 anni e 2 mesi, con la prospettiva di andare in carcere, tutto è rimandato in Corte Costituzionale: i suoi legali, infatti, oltre a fare richiesta di concordato per diminuire la pena a 2 anni e 6 mesi, hanno anche contestato la normativa vigente che impedisce per alcuni reati (tra cui appunto la violenza sessuale) di poter accedere alle misure alternative al carcere, anche in caso di condanne sotto i 4 anni. Un’eccezione di costituzionalità della norma, dunque, che i giudici della Corte d’Appello hanno deciso di rimandare alla Corte Costituzionale, rimandando tutto alla sua pronuncia.