MONTECATINI TERME - Una carriera iniziata sulle pagine dei giornali e le maggiori riviste italiane del 900, poi l’ingresso in politica, con i Socialisti prima e i Radicali poi. Fermo oppositore al movimento fascista senza mai ammiccare al comunismo. Liberale e democratico, tanto da portarlo a formare il partito “Unione Nazionale” l’indomani l’assassinio Matteotti.
Montecatini e Pieve a Nievole hanno ricordato il giornalista e politico antifascista Giovanni Amendola, cento anni dopo un evento centrale nella storia italiana, avvenuto proprio in Valdinievole. Una vicenda che avrebbe avuto i connotati perfettamente definiti solo più avanti, rappresentando ciò che significava essere un dissidente del fascismo.
Il 19 luglio 1925, infatti, Amendola si trovava nella cittadina termale per praticare le cure al fegato di cui aveva bisogno. Al suo arrivo un nutrito gruppo di fascisti si radunò sotto l’albergo in cui alloggiava, costringendolo di fatto a fuggire. Il viaggio verso la Stazione di Pistoia però si interruppe alla Colonna a Pieve a Nievole, a causa di un albero caduto che ostruì il passaggio. Qui avvenne una vera e propria aggressione in cui per poco Amendola non perse la vita. Aggressione che potrebbe comunque aver causato la sua morte, avvenuta solo un anno più tardi. Per questo Montecatini e Pieve si sono strette in un ricordo, ricostruendo ciò che è accaduto 100 anni fa, partendo proprio dalla lapide commemorativa dedicata ad Amendola nella sala consiliare del Comune termale.
Montecatini e Pieve hanno ricordato Giovanni Amendola
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