COLLODI, PESCIA - L’atto è di qualche giorno fa, ma a renderlo pubblico è stato l’ex sindaco e consigliere di opposizione del gruppo Pescia Cambia Oreste Giurlani; il comune di Pescia ha proceduto a richiedere il pignoramento dei conti della Fondazione Collodi. Un provvedimento – commenta lo stesso Giurlani – che arriva dopo l’astensione da parte dello stesso Comune, sul nuovo progetto e il voto contrario al bilancio. Risulterebbe che la Fondazione fosse in arretrato sul pagamento di alcune scadenze Tari, come da convenzione.
“E’ abbastanza grave come atto in sé – ci dice il presidente della Fondazione Pierfrancesco Bernacchi, raggiunto al telefono – “E’ grave forse per chi l’ha fatto, perché il sindaco è amministratore e quindi capo dell’amministrazione del Comune. Lo stesso sindaco sta nel Consiglio Generale della Fondazione ed è amministratore della Fondazione. Quindi avrebbe messo un qualcosa contro se stesso.”
Non si dice preoccupato della situazione Bernacchi. La Fondazione ha un progetto approvato dalla Commissione Europea il 25 novembre del 1995. Da allora c’è stato prima un protocollo d’intesa, poi un accordo di programma approvato all’unanimità dalla Regione Toscana e quindi dai comuni di Pescia e Capannori, e dalle province di Lucca e Pistoia per realizzare questo parco.
Nel frattempo la Fondazione ha contratto dei mutui, dei finanziamenti alle banche, per acquistare quei terreni che stanno dentro il progetto. Si è quindi costituita la società, e della società fanno parte la Fondazione, fa parte il Gruppo Costa di Genova che realizzerà il Paese dei Balocchi.
In questo quadro è arrivato, dopo una lunga vicenda giudiziaria, dal Comune la richiesta di un pagamento per dieci anni, delle opere di pulizia e di quant’altro del Parco del Giardino Garzoni, che fino allora erano sempre state escluse – che comunque abbiamo accettato – ci dice Bernacchi – e abbiamo rateizzato e pagato diverse quote.
La chiusura del Ponte di Ponte all’Abate ha portato un mancato fatturato negli ultimi 2 anni, quasi un milione di euro in meno di incassi.
“Abbiamo avuto un po’ di difficoltà – dice il presidente della Fondazione Collodi – abbiamo sospeso per quattro mesi il pagamento delle quote, circa 300mila euro, perché dovevamo pagare gli stipendi.”
“Le tasse vanno pagate” – scrive Giurlani – “ma forse, prima di procedere al pignoramento dei conti, sarebbe stato opportuno chiedere spiegazioni alla Fondazione stessa.”
Il rischio, secondo l’ex sindaco, è che il pignoramento dei conti possa impedire alla Fondazione il pagamento dei fornitori e degli stipendi. A rischio ci sarebbe la continuazione dell’apertura del parco di Pinocchio