BASKET, SERIE B N.LE - “Sarà quel che sarà” cantava Antonello Venditti in “Ricordati di me”, pezzo iconico dell’artista romano del 1988.
Sarà quel che sarà così anche a Montecatini dopo l’annuncio ufficiale di Meo Sacchetti alla FABO Herons. Una notizia che ha lasciato tutto il mondo della pallacanestro a bocca aperta così come quella che ha portato poi di fatto l’allenatore altamurano in Toscana. Dopo l’esonero di Federico Barsotti infatti serviva una bomba, qualcosa che scompigliasse le carte, che riaccendesse un ambiente demoralizzato dalle sconfitte e traumatizzato da un divorzio troppo sentito per il territorio da scivolare via come l’acqua di un fiume.
E allora il Presidente Andrea Luchi ha alzato la cornetta e ha deciso che a prendere il posto di un figlio di Montecatini potesse essere soltanto un figlio, anzi uno dei padri, del grande basket italiano.
La storia di Meo è sotto gli occhi di tutti: vincitore di un campionato, tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, artefice dello storico tripletino con la Dinamo Sassari nel 2014, due volte miglior allenatore della Serie A, colui che riportò l’Italia a disputare un Mondiale nel 2022.
Una leggenda del basket italiano che plana su Montecatini per un crocevia cruciale, valido non solo per la squadra valdinievolina ma anche per il tecnico pugliese. Le ultime esperienze di Meo non sono andate esattamente nella maniera in cui l’ex coach della Dinamo si aspettava: una mancata promozione con Cantù contro la Pistoia di Nicola Brienza e una retrocessione da subentrato in A2 con Pesaro. Anche per lui questa esperienza con la FABO sarà determinante, in un contesto, quello della Serie B Nazionale che ritrova dopo anni al vertice della pallacanestro italiana ed europea.
Punti di domanda che verranno chiariti dal tempo, dalle partite giocate dagli aironi e dagli obiettivi da conquistare sul campo. “Sarà quel che sarà” ma Montecatini non vede l’ora di essere portata “alla fine di questa giornata”.
Meo Sacchetti ha firmato con la FABO Herons
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