Nella Polonia occupata dai nazisti, Józef e Wiktoria Ulma, accolsero un gruppo di ebrei, pagando con la vita, propria e dei loro sette figli di cui uno ancora nel grembo della madre, il proprio gesto di solidarietà e umanità.
Gli Ulma erano contadini nel villaggio di Markova, nella zona dei Precarpazi, nel sud-est del paese.
Una storia poco conosciuta in Italia raccontata a Pistoia con una mostra allestita nel Battistero di San Giovanni e inaugurata nell'ambito delle iniziative per il "Giorno della Memoria".
L'iniziativa nasce dall'incontro al Comitato europeo delle regioni, l'assemblea dei rappresentanti locali dell'Unione europea, tra il consigliere comunale pistoiese Lorenzo Galligani e un collega polacco, portando così la mostra all'ombra del campanile di piazza del Duomo.
Al fianco delle autorità locali e polacche intervenute per l'occasione anche il postulatore della causa di beatificazione della famiglia Ulma, don Witold Burda. Per il loro gesto gli Ulma, chiamati anche i "samaritani di Markova", che accolsero in casa per circa un anno e mezzo otto ebrei, oltre che essere riconosciuti come "giusti tra le nazioni", furono dichiarati nel 2022 beati da Papa Francesco.