• Basket A - Estra, la sconfitta non è il peggior fallimento


    03/02/2025

    No caro Gianluca, non dovresti essere tu a metterci la faccia perchè, parliamoci chiaro, oggi ci dovrebbe mettere la faccia chi per mesi ci ha raccontato di una società solida. Di avere una squadra che avrebbe fatto divertire e che sarebbe rimasta stabilmente nella parte sinistra della classifica e di non preoccuparsi di chi fossero gli investitori, perchè c'erano gli americani.

    Senza parlare di coppe, investimenti sul palazzetto o sugli impianti sportivi; e peste avrebbe colto chi avesse anche minimamente dubitato di una svolta che appariva tutto tranne che positiva. Ma siccome non è ancora momento di processi a questo o a quello perchè bisogna continuare a remare nella stessa direzione, i remi sono rimasti in mano solamente a chi dubitava, mentre gli altri pian piano si stanno allontanando. Dove sono finiti Steven Raso e Joseph Mark David? In particolare il signor Mark David, da qualcuno definito il mago della difesa e sparito dai radar cittadini, o mister Raso che adesso invoca al miracolo per la salvezza?

    Nessuno dubita che non siano stati spesi dollari, forse anche tanti, il problema grosso è di una malagestione finanziaria che non solo ha peggiorato la squadra, ma ha rovinato un ambiente che era all'Everest dell'entusiasmo. E nessuno che sia riuscito a mettere un argine a situazioni che dai più venivano definite incomprensibili.

    E oggi, inutile girarci intorno, ci troviamo con una piazza scontenta, un allenatore che non ha più il controllo della situazione e della squadra ed un gruppo di stranieri che sembrano più interessati a cosa riserverà loro il futuro piuttosto che pensare al presente. Senza considerare una situazione economico stentata, che ha già portato alcuni giocatori a lamentare guai fisici immaginari. E adesso rimaniamo attaccati alla scialuppa degli italiani, fin dall'inizio bistrattati sportivamente, ed alla tifoseria, quando serve sesto uomo, in alcuni casi un ramo da potare. Sabato arriva Scafati. Aiutiamoci ancora.



    Leonardo Cecconi
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