Si è tenuta questa mattina in Provincia una riunione tecnica volta a fare il punto della situazione rispetto agli interventi in corso al ponte sul torrente Bure lungo la SP5 Montalese. L’ordinanza di chiusura strada, in scadenza venerdì 28 marzo, sarà prorogata fino al termine delle lavorazioni e, quindi, il ponte per il momento rimane chiuso al transito di tutti gli utenti, pedoni compresi. Il motivo del ritardo nella riconsegna della struttura è da imputarsi all’analisi effettuata su campioni della gettata che hanno dato un esito che si discosta rispetto a quelli che sono i parametri dettati dal capitolato. Da qui, la necessità di effettuare ulteriori verifiche per scongiurare qualsiasi eventuale altro dubbio in merito alle caratteristiche meccaniche raggiunte in fase esecutiva. In questo stato delle opere, spetta al direttore dei lavori la gestione della verifica nel rispetto della normativa tecnica vigente.
Il ritardo sulla riconsegna del ponte, oltre all’evidente ed ancor più impattante disagio che arreca ai cittadini, comporta un aggravamento sul bilancio dell’amministrazione provinciale, la quale si trova costretta ad affrontare nuove spese per il trasporto pubblico locale - costato per le tasche della Provincia oltre cento mila euro dalla chiusura della struttura nello scorso mese di ottobre fino ad oggi - oltre a quelle da impegnare per la risistemazione di Via Soprabure, strada attualmente ad alto transito in quanto viabilità alternativa alla chiusura del ponte. “Non posso far altro che esprimere un profondo rammarico per questo ulteriore ritardo” – afferma la consigliera delegata alla viabilità Lisa Amidei – “La mancata riapertura del ponte costituisce un enorme disagio per i residenti della zona, oltre che per gli utenti della strada, e anche per l’amministrazione stessa che adesso deve trovare risorse aggiuntive per affrontare nuove e considerevoli spese. E’ necessario risistemare nuovamente Via Soprabure che versa in pessime condizioni considerato l’alto traffico a cui è sottoposta da quando il ponte è stato chiuso e trovare risorse per rifinanziare per ulteriore tempo il TPL, che costa oltre diecimila euro al mese. Stiamo predisponendo una disposizione di servizio rivolta al direttore dei lavori, nella quale si fa richiesta di consegna, a stretto giro, del piano delle attività, comprensivo di cronoprogramma dettagliato. Quello a cui auspichiamo, è scongiurare la presenza di nuovi elementi ostativi per attuare le fasi conclusive di impermeabilizzazione, asfaltatura e apposizione delle barriere”.