E' iniziato presso la Corte d'Assise di Firenze il processo per l'omicidio di Alessio Cini, il 57enne aglianese, ucciso e poi dato alle fiamme davanti alla sua abitazione lo scorso 8 gennaio. L'omicidio sconvolse la comunità ed ebbe una eco anche a livello nazionale; per giorni gli inquirenti raccolsero tracce, prove, testimonianze per ricostruire il drammatico accaduto, poi, il 18 gennaio, la svolta, con l'arresto del cognato (e vicino di casa) Daniele Maiorino, di 58 anni. Da allora l'uomo è in carcere con l'accusa di omicidio, senza però averlo mai confessato. Questa mattina si è presentato in aula - insieme al suo avvocato Katia Dottore Giachino del foro di Prato - che ha fatto richiesta di una perizia medica sul braccio di Maiorino: secondo la difesa l'uomo non avrebbe potuto sferrare i colpi mortali a Cini avendo dal 2005 lesioni permanenti al braccio per un infortunio sul lavoro. Su tale richiesta la Corte si è riservata di esprimersi; ha invece disposto la perizia per ripulire le intercettazioni in cui - secondo le indagini guidate dal PM Leonardo De Gaudio - Maiorino avrebbe, in un soliloquio, confessato l'omicidio. Al processo, che proseguirà con una prossima udienza il 9 gennaio, si sono costituiti parte civile il fratello, la sorella, la figlia e l'ex moglie di Cini.
Marta Quilici