Il fascicolo è ancora a carico di ignoti; ancora non ci sono indagati per l'omicidio di Alessio Cini, il 57enne residente a Ponte dei Bini ad Agliana, trovato morto semicarbonizzato davanti alla propria abitazione la mattina di lunedì 8 gennaio. Ma le indagini si fanno sempare più stringenti e gli approfondimenti degli inquirenti si muovono in ambiti sempre più specifici: si stanno sentendo in queste ore nuove persone.
Le indagini, condotte dai Carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio si nutrono in queste ore di almeno tre elementi: il primo, i risultati dell'autopsia, eseguita martedì 9 gennaio. Secondo le ricostruzioni di quanto accaduto, ormai piuttosto chiare, Cini sarebbe stato sorpreso da un violento colpo alla testa che lo avrebbe fatto accasciare a terra, probabilmente urtando un ginocchio, che risulta abraso, e poi sarebbe stato ulteriormente picchiato con violenza, forse con calci, con la rottura di diverse costole e un versamento pleurico. Dopodiché ormai in fin di vita il suo assassino gli avrebbe dato fuoco (da capire se con l'intento di camuffare le lesioni o per ulteriore accanimento). L'autopsia avrebbe infatti accertato la presenza di fumo nelle vie respiratorie e le conseguenze (sul cuore) di quello che è uno shock termico su un corpo ancora vivo seppure probabilmente incosciente.
Da capire il livello di premeditazione dell'assassino: la violenza delle lesioni lo accomunerebbero infatti a quello che solitamente è descritto come un gesto d'impeto, ma pare invece certo che non vi sia stata alcuna colluttazione, anche per il fatto che nessuno dei vicini di casa avrebbe sentito niente, e che Cini sia stato sorpreso dal primo colpo.
Ulteriori elementi utili alle indagini sono quelli raccolti dalle testimonianze delle persone già sentire lunedì stesso a cui se ne aggiungono altre che sentite in queste ore nell'ambito familiare, amicale e lavorativo.
Si pensa infatti ad un delitto che ha anche fare con le relazioni e la vita di Cini e non, ad esempio, ad una rapina finita male.
Terzo elemento che si attente possa arricchire le indagini sarà il risultato degli esami sul cellulare di Cini, utili a capire gli ultimi contatti dell' uomo.
Inizialmente voci parlavano di un possibile suicidio, ipotesi, per la verità, mai presa in considerazione dalla procura inquirente, anche banalmente per l'assenza di accendini o inneschi rinvenuti nei pressi del cadavere.
Cini, 57 anni, originario di Sant'Ippolito a Prato lavorava come tecnico nella stessa azienda tessile pratese nella quale entrò da giovane, appena finite le scuole. Era dedito alla famiglia, a partire dalla figlia appena adolescente. Si indaga su chi avrebbe potuto volerne la morte.