• Comuni e caroenergia tra uffici chiusi e stop alle luminarie


    25/11/2022

    Continua la nostra inchiesta tra i comuni della provincia di Pistoia sulle scelte effettuate per contenere i costi energetici che incidono duramente anche sui bilanci degli enti locali: comuni, ma anche la Provincia, che, secondo le recenti stime, prevede di raddoppiare i costi energetici: da 2 milioni di euro a quasi 4 milioni. Per contenere, almeno in parte i rincari, ha già previsto di effettuare alcune chiusure straordinarie dei propri uffici, ad esempio per il ponte dell’8 dicembre e sta pensando di prevedere un giorno alla settimana di smart working per tutti i dipendenti, in modo da tenere chiusi gli uffici e staccare completamente illuminazione e riscaldamento in queste giornate.

    In alcuni comuni i rincari energetici si stimano quasi triplicati. È il caso di San Marcello Piteglio, che a fronte di una spesa annua di circa 280.000 euro prevede di spendere quest’anno 420.000 euro in più. Ed è costi che ha adottato un rigoroso disciplinare interno per i propri uffici, in cui si vieta l’uso di stufette elettriche e si chiede lo spegnimento di tutti i dispositivi, monitor compresi, se non utilizzati. Si posticipa di un quarto d’ora l’accensione dell’illuminazione pubblica e si anticipa di 30 minuti lo spegnimento.

    Alcune amministrazioni vanno invece in controtendenza e sono decisamente contrarie a ritardare l’accensione o posticipare lo spegnimento dell’illuminazione pubblica per motivi di sicurezza. Tra i più decisi in questo senso ci sono i sindaci dei comuni di Uzzano e di Pieve a Nievole.

    Nel primo caso il sindaco Dino Cordio ha fatto una scelta previdente negli anni scorsi, quella cioè del relamping, ossia la conversione a led dell’illuminazione pubblica, che al momento ha interessato oltre metà dell’impiantistica comunale. Questo ha permesso di contenere l’aumento dei costi, almeno per quest’anno, unitamente alla scelta di limitare – fino a quando le temperature lo permetteranno - le ore di riscaldamento in tutti gli edifici pubblici alla sola mattina.

    La sindaca di Pieve a Nievole Gilda Diolaiuti è della stessa idea: no allo spegnimento dell’illuminazione pubblica perché i rischi per la sicurezza sono troppo alti e ci potrebbero essere, come già successo altrove, ripercussioni legali anche per gli amministratori. Una posizione ferma, ma che si scontra contro una stima di aumento dei costi energetici per il 2022 di 260mila euro, con una previsione di aumento ulteriore nel 2023. Le uniche luci che rimarranno spente a Pieve a Nievole saranno quelle delle luminarie che quest’anno per una chiara scelta di risparmio non saranno fatte. Altro margine di risparmio sui costi energetici sarà il riscaldamento, che sarà tenuto al minimo di legge in tutti gli edifici, scuole comprese. La richiesta della sindaca va diretta al governo, affinché aiuti anche in comuni a risolvere la situazione.

    Anche altri comuni della Valdinievole tra cui Pescia e Chiesina Uzzanese hanno fatto la scelta in contro tendenza di non ridurre l’accensione dell’illuminazione pubblica.

    Anche a Montale, per il momento, l’Amministrazione si è limitata a spegnere l’illuminazione di Villa Smilea e a ridurre quella della piazza principale del paese. Per quanto riguarda i lampioni, si sta confrontando con il gestore – Consiag – per valutare il da farsi.



    Marta Quilici
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