Emettevano fatture false per coprire abusive somministrazioni di manodopera. Scoperti dalla Guardia di Finanza di Pistoia, che ha posto sotto sequestro e recuperato a favore dell’Erario (cioè della collettività) oltre 1,8 milioni di euro tra somme di denaro, e immobili, compresa un’abitazione e due terreni.
L’operazione – dal significativo nome “Worker defence”, cioè “difesa dei lavoratori” – è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pistoia, che ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, su richiesta della Procura della Repubblica di Pistoia, nei confronti di 11 persone e 8 imprese, accusate di frode fiscale (ossia utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) connessa alla somministrazione fraudolenta di manodopera.
Le 8 aziende coinvolte operano nel comparto tessile, delle materie plastiche, del commercio all’ingrosso di surgelati, della produzione di materiali per la pulizia e dei trasporti su strada. Sei di queste hanno sede in provincia di Pistoia e 2 a Firenze. Le imprese, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, utilizzavano manodopera illecitamente fornita da due cooperative di lavoratori, sotto apparente forma di appalti di servizi.
Dalle investigazioni è emerso che tali cooperative, anziché svolgere, con una propria autonoma organizzazione di uomini e mezzi, i servizi di facchinaggio e magazzinaggio contrattualmente pattuiti, si limitavano a somministrare del personale che veniva impiegato dalle imprese come se si trattasse di propri dipendenti, in quanto i lavoratori erano sottoposti alla direzione ed al coordinamento dei quadri interni aziendali, sia per i turni di lavoro ed i compiti da svolgere, sia per la pianificazione di ferie e permessi. I lavoratori erano inoltre addetti a mansioni diverse da quelle indicate nei contratti di appalto, come ad esempio quelle produttive.
Queste imprese, ne traevano molteplici indebiti benefici - peraltro in danno delle aziende concorrenti - sia in termini di costi non sostenuti per le contribuzioni obbligatorie, ai fini assistenziali e previdenziali, sia di consistenti abbattimenti dell’I.V.A., grazie alla detrazione dell’imposta indicata nelle false fatture.
In particolare, per gli anni d’imposta dal 2016 al 2020, le 8 imprese coinvolte avevano evaso l’I.V.A. per oltre € 2,1 milioni di euro.
Parallelamente sono già stati elevati rilievi amministrativi, nei confronti di una cooperativa appaltante, per somministrazione abusiva di manodopera, per circa 127mila euro, sanabili con il pagamento in misura ridotta di € 42.316,00.