Era la primavera del 2014 quando prendemmo in carico, io e Roberto Bartoli (allora iscritto al PD), un problema per cui ne andava del risanamento di un’ingiustizia: la concessione di benefit previdenziali per gli esposti all’amianto presso lo stabilimento Ansaldo Breda (oggi Hitachi) nel periodo di sostituzione del tetto, ovvero tra il 1987 e il 1990. Da allora tante persone, ognuna svolgendo la propria funzione, hanno contribuito al taglio di questo traguardo. Una in particolare, Giuseppe Grasso, fu allora ed è stato per tutto questo tempo sicuramente il protagonista di questo percorso. E purtroppo da qualche mese ci ha lasciato. Sul piano personale, sento terribilmente la sua mancanza. E credo che a nessuno più che a lui dobbiamo dedicare questo piccolo grande passo.
Così come credo che a Luca Lotti e Matteo Renzi si debba riconoscere l’aver preso in carico un problema rimasto insuperato per anni, dimostrando con ciò il coraggio e la determinazione che hanno contrassegnato gli ultimi anni di governo a guida PD. Caterina Bini, Edoardo Fanucci e Dario Parrini, a loro volta, in veste di parlamentari, hanno sostenuto il percorso normativo che ha reso possibile questo epilogo. Se però questo lavoro ha potuto conoscere, appunto, un epilogo, lo si deve innanzitutto alla Commissione Amianto Hitachi e al Circolo Pd Hitachi, coordinato da Giovambattista Grasso. Anche nei momenti di maggiore scetticismo e di maggiore difficoltà, queste persone hanno dato prova di qualcosa di raro: fiducia nella politica. Noi tutti siamo orgogliosi di aver mantenuto i nostri impegni, ripagando quella fiducia. E sappiamo tutti, io per primo, di aver compiuto un piccolo passo nella lotta per i diritti degli esposti all’amianto. Ma era giusto compierlo. E lo abbiamo fatto.