• L'ex carcere come nuovo CPR


    14/04/2023

    Un centro di permanenza per il rimpatrio, noti anche come CPR. È quello che il Governo sta valutando di realizzare all’interno dell’ex carcere di Veneri, nel comune di Pescia.

    Oggi la struttura è in stato di abbandono. Le carceri, di fatto, non sono mai entrate in funzione. Passato di proprietà dal ministero di grazia e giustizia al Comune, all’interno trovano spazio le attrezzature del cantiere comunale

    La notizia si è diffusa nelle ultime ore ma i sopralluoghi all’ex carcere, da parte dei tecnici del ministero, sono ormai in corso dalla fine del 2022, tant’è che l’amministrazione comunale ha reso disponibile l’enorme faldone di dati tecnici sull’edificio

    Nella legge di bilancio 2023 sono aumentati i fondi dedicati all’ampliamento della rete nazionale di centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Un incremento di oltre 5 milioni di euro per il 2023, rispetto alle previsioni fatte dalla legge di bilancio del 2022.

    I centri di permanenza per il rimpatrio non sono strutture di accoglienza, ma strutture detentive in cui i migranti vengono trattenuti dopo aver ricevuto un ordine di espulsione.

    In teoria, stando alla normativa vigente, uno straniero dovrebbe essere trattenuto soltanto per il tempo strettamente necessario. Di fatto però in moltissimi casi la detenzione amministrativa all’interno di queste strutture si prolunga nel tempo. Appena la metà di queste persone – come rileva Open Polis in una recente ricerca - sono state effettivamente rimpatriate; dal 18% del Cpr di Torino all’88% di quello di Caltanissetta

    A quanto pare sarebbero emersi dubbi, da parte dei tecnici del governo incaricati di valutare la fattibilità dell’operazione, circa gli spazi disponibili che, sembra non sarebbero sufficienti, senza cons iderare i costi elevati di ristrutturazione della struttura, stimati intorno a 2 milioni di euro




    Massimo Pannocchi
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