Dopo la moria di pesci avvenuta a giugno e la presenza di schiuma bianca nel torrente Agna a Montale, si sono concluse le indagini tossicologiche condotte dall'Arpat.
L’analisi chimica del campione di acqua superficiale - prelevato durante il sopralluogo presso via Sestini a Fognano - rilevò una presenza anomala di tensioattivi totali pari a 5,0 mg/l. Si tratta di sostanze utilizzate nell'industria, prevalentemente per la produzione di saponi, detersivi e altri prodotti analoghi. L’andamento delle analisi nel fiume e le caratteristiche delle pressioni in quella zona fecero ritenere che si trattasse di uno sversamento occasionale e circoscritto nella zona della moria.
Le concentrazioni dei tensioattivi non ionici riscontrate, e il conseguente abbassamento del livello di ossigenazione dell’acqua, vennero ritenute la possibile causa della moria di pesci e della formazione della schiuma nel torrente.
Tale nesso di causalità ha trovato poi conferma anche nelle analisi ecotossicologiche alle quali è stato sottoposto il campione d'acqua, soprattutto in considerazione del fatto che - essendo stato prelevato a qualche ora dallo sversamento - doveva avere una concentrazione minore per effetto della successiva diluizione nel fiume.
Le analisi eseguite sulla fauna ittica morta - sulle specie cavedano, ghiozzo, barbo e pesce rosso - non hanno evidenziato lesioni macroscopicamente apprezzabili né all’esame esterno, né all’esame interno; sono risultati assenti agenti batterici patogeni e quindi è da escludere che la moria sia avvenuta per cause epidemiologiche.
Anche sulla base di questi ultimi risultati, l'Arpat conferma molto verosimile che lo sversamento sia stato un abbandono occasionale di tensiottivi. L'assenza nella zona di impianti che possano dare luogo a questo tipo di scarichi, unitamente alla ridotta estensione dell'area interessata fanno escludere ipotesi diverse dall'atto deliberato.
L'occasionalità dell'evento sarebbe confermata dal successivo prelievo da parte di ARPAT (luglio 2017) nel medesimo punto oggetto dello sversamento, che ha dimostrato l’assenza dei tensioattivi totali nel torrente, confermando quanto verificato da questa Agenzia nell’ambito dell’attività di monitoraggio effettuata da diversi anni e tuttora in programma per le acque del torrente Agna, classificato come acqua destinata alla potabilizzazione (POT).
Pertanto possiamo ritenere superata l’emergenza sanitaria conseguente alla presenza di sostanze inquinanti disposta con ordinanza del comune di Montale per vietare l’utilizzo delle acque del torrente.