Per il medico legale Edoardo Franchi, consulente della Procura di Pistoia "Michael Antonelli morì per le conseguenze dell'incidente".
Il medico è stato ascoltato questa mattina (6 febbraio 2024) nel corso dell'udienza, presieduta dal giudice Pasquale Cerrone, in merito alla morte del giovane ciclista Michael Antonelli, coinvolto in una caduta di gruppo, sulla montagna pistoiese, durante la gara ciclistica “Firenze – Viareggio” nel 2018.
Come ricostruito dal consulente della Procura, dopo la caduta Antonelli (originario di San Marino ed in forze, all'epoca dei fatti, alla società di Lamporecchio “Mastromarco Sensi Nibali”) non si riprese mai: per due anni rimase in uno stato di minima coscienza, senza essere in grado di interagire con il mondo circostante, fino a che, nell'inverno del 2020, contrasse il Covid e, dopo appena 3 giorni, il 3 dicembre 2020, morì all'età di 21 anni.
"L'infezione da Covid - ha spiegato il consulente - non è stata che l'epifenomeno di una situazione già gravissima, rispetto al quale il corpo sano di un 20enne avrebbe saputo rispondere, ma non quello già compromesso anche nelle funzioni respiratorie, di Michael".
Solo a conclusione del processo, che vede imputati per omicidio colposo l'allora presidente della società organizzatrice della competizione ed il direttore di gara, sarà possibile indicare con definitiva certezza le cause della morte di Antonelli: se sia da imputarsi alla caduta o al Covid.
Nel corso dell'udienza sono stati ascoltati anche Ambrogio Chiriacò, Michael Cerri e Luca Quattrini, giovani ciclisti coinvolti nella caduta insieme a Michael, i quali, in aula, hanno ripercorso quei tragici momenti: la corsa, l'arrivo in velocità alla curva, il tentativo invano di frenare per correggere la traiettoria, la caduta nel dirupo fuori strada...
Il processo, oltre a stabilire le cause della morte di Michael, dovrà appurare anche se i presidi di sicurezza e la segnaletica erano sufficientemente adeguati per una gara ciclistica di quel genere.