Nella sala Gratteri del palazzo di San Mercuriale del tribunale di Pistoia è iniziato, davanti al giudice Pasquale Cerrone, il dibattimento del processo per la morte di Michael Antonelli, il giovane ciclista che il 15 agosto 2018 cadde in una scarpata durante la 72esima edizione della gara ciclistica Firenze-Viareggio lungo la strada regionale 66 nei pressi di Limestre, sulla montagna pistoiese.
Dopo la caduta Michael fu ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Careggi di Firenze, ma non si riprese mai e morì due anni dopo, il 3 dicembre 2020, per insufficienza respiratoria da Covid.
Il giovane, originario di San Marino, era tesserato per la Mastromarco Sensi Nibali di Lamporecchio.
Al processo erano presenti il fratello Mattia e la mamma Marina Mularoni, assistiti dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi di Rimini, costituitisi parti civili insieme al padre Luca Antonelli, assistito dall’avvocato Flavio Moscat. Gli imputati, il direttore di gara e il presidente della società organizzatrice, sono invece difesi dall’avvocato Nuri Venturelli.
Nel corso dell’udienza è stata ascoltata la testimoniananza dell’ingegnere Riccardo Bertini, consulente tecnico del Pubblico Ministero Leonardo De Gaudio, che ha ricostruito la dinamica dell’incidente. Michael cadde su una curva cieca, uscendo dalla carreggiata nel punto in cui non vi erano protezioni, proprio nel varco tra la fine del guard rail e l’inizio di un muretto a delimitazione della strada.