Ponte Buggianese - Erano riusciti, con l’inganno, a farsi consegnare beni per 13 milioni di euro e persino a far nominare uno di loro erede testamentario: ad organizzare i raggiri era un’intera famiglia di Ponte Buggianese (madre, padre e due figli trentenni) che venerdì mattina presso il Tribunale di Pistoia è stata condannata con l’accusa di circonvenzione di incapaci.
Attraverso sedute di pranoterapia svolte dalla donna, italiana, di 55 anni, la famiglia era entrata in contatto con anziani benestanti riuscendo con il tempo a conquistare la loro fiducia e a farsi consegnare gioielli e soldi. Nello specifico l’accusa è di aver manipolato due anziani, un uomo e una donna, residenti l’una a Pisa e l’altro a Santa Croce sull’Arno, riuscendo, nel giro di qualche anno, a farsi consegnare soldi e gioielli per 13 milioni di euro.
Questa mattina il giudice Raffaella Amoresano ha condannato la donna e uno dei due figli a una pena di 4 anni di reclusione per il reato di circonvenzione di incapace, più 600 euro di multa e il pagamento delle spese processuali, oltre al risarcimento di una delle parti civili (l’altra aveva trovato un accordo in precedenza) con una provvisionale di 10.000 euro più le spese legali; l’altro figlio è stato condannato a una pena di 2 anni e 9 mesi per lo stesso reato, mentre il padre a una pena di 2 anni e 3 mesi di reclusione per il solo reato di ricettazione.
Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Montecatini e da quelli della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Pistoia, coordinati dal Sostituto Procuratore Chiara Contesini, era iniziata nel 2016 con la denuncia dei parenti di uno dei due anziani. "L'uomo - spiega il suo avvocato Francesca Vierucci - era stato persuaso ad interrompere ogni sua relazione e persino ad allontanarsi dalla moglie". Una volta isolato sarebbe stato maggiormente vulnerabile.
L'altra persona raggirata era seguita dall'avvocato Cecilia Turco che, insieme all'avvocato Tonino Cariello, ha voluto ringraziare i militari della polizia giudiziaria i quali sono riusciti a recuperare e a restituire alla donna buona parte dei beni e denari che le erano stati sottratti.
Marta Quilici