«In occasione delle tradizionali feste di San Jacopo, nostro celeste patrono, intendo rivolgere un breve saluto alla città, rappresentata dalle autorità civili e militari, dalle realtà economiche e sociali del territorio, dalle associazioni storiche e culturali, come dai cittadini tutti.
Avere al centro della città le reliquie del santo apostolo che fu compagno di Gesù, evangelizzatore e martire; averle poi da così tanti secoli, racchiuse in scrigni di affascinante bellezza come un tesoro prezioso, è un fatto che merita attenzione. Significa che la nostra città non è un agglomerato informe di case e costruzioni, di vicoli e vie senza nesso, affidate al caso e abitate da un insieme occasionale di individui. Essa è invece una città, una “civitas”, una comunità cioè di uomini e donne liberi che si riconoscono fratelli diversi l’uno dall’altro, ma con gli stessi diritti e gli stessi doveri, rispettosi della dignità di ognuno; persone che interagiscono tra di loro, sentendosi un popolo, con una storia e un destino. La nostra città ha dunque un suo centro urbanistico e simbolico a un tempo; ben rappresentato dalla nostra meravigliosa piazza del duomo. Non è però un centro del potere, come spesso si interpreta e come a prima vista potrebbe sembrare. Il vero centro infatti è dato dalla reliquia dell’apostolo Giacomo e cioè dalla testimonianza di un uomo che ha dato la vita per restare fedele alla sua coscienza, consumando la sua esistenza nel servizio degli altri e dal cui culto si sono affermati nei secoli i valori del pellegrinaggio e dell’accoglienza. Da questa testimonianza di dedizione e di servizio, trovano senso anche i “poteri” che sulla piazza si affacciano.
Fu la fede cristiana a motivare la collocazione della reliquia del santo nel cuore della città e a suscitare tante imprese d’arte e d’ingegno, insieme ad operose iniziative di carità. Essa ha ancora da dire qualcosa all’uomo di oggi e alla città di Pistoia. Può ancora alimentare creatività, opere di generosità e di bellezza. Occorre però che non ci si accontenti di celebrazioni esteriori. Non serve mostrare o esibire simboli cristiani o fare qualche rievocazione storica: la fede cristiana dovrebbe tornare ad essere orizzonte luminoso di senso e vita vissuta nell’esistenza quotidiana. Ciò non vuol dire sminuire l’importanza e il valore di altri orizzonti di pensiero e di azione, di cultura e religione, che sono i benvenuti in mezzo a noi e coi quali la fede cristiana vuole solo dialogare e confrontarsi.
Mentre dunque invoco la protezione di San Jacopo su Pistoia e su tutti i suoi abitanti, auspico che le feste iacobee, nei cristiani di questa città, risveglino la fede dei padri e la gioia di professarla; nei non cristiani o non credenti, siano invece occasione per godere dei frutti di bellezza che la fede cristiana ha prodotto nei secoli. A tutti dunque, buona Festa!»