In sei mese perse decine di imprese del commercio sul territorio della provincia di Pistoia. Da gennaio a giugno si registrano indicatori negativi in quasi tutti i settori: male soprattutto i pubblici esercizi e gli ambulanti, reggono solo le vendite online.
Il report è stilato da Confesercenti Pistoia, che lancia l’allarme: il rischio – dice – è di una “de-generazione urbana”.
Le rilevazioni Istat – spiega l’associazione di categoria - mostrano un calo generalizzato in tutti i settori, ma particolarmente problematica appare la situazione delle piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, per le quali emerge un trend di sfiducia, generata dal rallentamento dei consumi e dalle difficoltà del comparto del commercio.
Nella provincia di Pistoia, secondo i dati dell’ufficio statistica della Camera di commercio di Pistoia e Prato, comparando i dati delle ditte attive al 31 dicembre 2022 e al 30 giugno 2023, tutti i settori presentano il segno meno.
In sei mesi in provincia di Pistoia ci sono 5 negozi di alimentari in meno e 12 di abbigliamento. Calati anche i benzinai (tre in meno) e le imprese del commercio ambulante (-22)
Valori molto negativi anche per la ristorazione (24 imprese in meno) e per i bar (calati in sei mesi 19 unità), che invece avevano a lungo fatto registrare trend positivi o comunque stazionari.
Ci sono invece in Provincia 13 imprese in più che si occupano di commercio online o per corrispondenza, unico settore che ha fatto registrare un decisivo aumento.
“Una minore presenza di negozi – commenta Confesercenti - porta inevitabilmente a meno socialità e minore sicurezza, con gravi impatti non solo sul settore, ma anche sull’offerta generale di servizi ai cittadini.
Per evitare questo a livello locale l’associazione di categoria sprona le amministrazione a organizzare e promuovere eventi che animino i luoghi fisici dello shopping.