"Ma il buon giudice, nella sua solitudine, deve essere libero, onesto e coraggioso".
Sono le parole del magistrato Antonio Scopelliti, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1991, hanno accompagnato a Pistoia l'incontro che promosso dalla locale sezione dell'Associazione Nazionale Magistrati e il Gruppo Avvocati presso la Biblioteca del Tribunale, ha ricordato le vittime della criminalità organizzata; la data scelta è stata quella del trentunesimo anniversario della strage di via D'Amelio, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina i cui nomi hanno risuonato nell'atrio del tribunale cittadino, accompagnati da un applauso.
L'incontro ha visto, alla presenza numerose autorità civili e religiose, la presenza tra gli altri di di Angelo Corbo, membro della scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla Strage di Capaci e il giornalista Paolo Borrometi, condirettore dell'agenzia Agi e che, da anni vive sotto scorta, minacciato dalla criminalità organizzata.
Un incontro che, tracciando un percorso dall'omicidio Scopelliti alle stragi del 92 e del 93, ha voluto essere un momento di memoria, nella ricerca della verità.
Francesco Rossano