Dieci fabbricati, sei complessi aziendali, 83 effetti cambiari e un conto corrente per quasi 2 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri di Pistoia ad un commercialista di 53 anni, secondo gli inquirenti "in contatto con cosche calabresi". Le indagini patrimoniali, svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria sotto la direzione dell'autorità giudiziaria di Firenze, prendono spunto dalle indagini penali condotte dalla procura della Repubblica di Pistoia nei confronti dell'uomo, in passato condannato per associazione di tipo mafioso, nonché di altre decine di soggetti, indagati per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e truffe.
Lo stesso commercialista era a capo di un gruppo criminale che operava a Pistoia, dedito al riciclaggio di denaro sporco arrivate dall'usura, dalla bancarotta fraudolenta, dall'esercizio abusivo del credito nonché da reati contro il patrimonio. Le indagini hanno fatto emergere una fitta rete di attività commerciali, beni mobili e immobili nelle province di Pistoia e Firenze intestati a prestanome. Il complesso patrimoniale, del tutto sproporzionato ai redditi ufficialmente percepiti, è stato così confiscato.