“Qualora uno o più enti locali abbiano conferito la proprietà di dotazioni patrimoniali essenziali alla gestione del servizio pubblico locale ad una società a capitale interamente pubblico che è incedibile, tale società può poi essere interessata a operazioni di fusione societaria purchè all’esito della fusione resti assicurata la titolarità di reti, impianti ed altre dotazioni patrimoniali in capo ad una società a capitale interamente pubblico”.
Così la Corte dei Conti della Toscana si è pronunciata sulla vicenda Multiutily.
La deliberazione della sezione regionale è arrivata a seguito di una richiesta fatta da parte di un sindaco della provincia di Arezzo.
Vicenda sulla quale è intervenuto il Coordinamento delle Associazioni No Multiutility, che ha evidenziato come nell’ambito della costituzione della holding toscana il trasferimento del patrimonio di Consiag, gestore di acqua e gas nelle province di Firenze, Prato e Pistoia all’interno di Alia Servizi Ambientali, aprendo a soci privati e a una futura quotazione in borsa, violerebbe l'inalienabilità di beni demaniali,
Pronunciamento sul quale sono intervenute anche a Pistoia associazioni e realtà che da tempo sono contrarie al progetto.
La titolarità dei beni demaniali resterà ovviamente in mano pubblica. Così, replicando ai comitati, è intervenuta Alia Multiutility Toscana, invitando ad evitare strumentalizzazioni. Il percorso di fusione si spiega, è stato definito e approvato nel rispetto delle regole. Il pronunciamento della Corte dei Conti, spiega ancora Alia, non ha alcun impatto sul processo di aggregazione.
L'attività della Multiutility, si aggiunge, è esercitata in concessione, a prescindere dalla titolarità delle infrastrutture e degli impianti.