Abbiamo il primato dell’export, dell’innovazione, siamo sempre più sostenibili per l’ambiente e garantiamo reddito a tante famiglie pistoiesi, ci occorrono strumenti per continuare a sviluppare quello che è il miracolo pistoiese: essere il principale polo produttivo di piante ornamentali d’Europa. Così Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia, all’inizio dell’incontro sul piano strutturale e piano operativo del Comune di Pistoia. Il futuro di Pistoia è stato sviscerato in 3 ore di fruttuoso confronto tra i soci Coldiretti e Sindaco Alessandro Tomasi, l’Assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi e l’Architetta Lucia Flosi Cheli, dirigente del Servizio Urbanistica e Assetto del Territorio.
Nel corso dell’incontro tenutosi la scorsa settimana, il Presidente di Coldiretti Pistoia Fabrizio Tesi e il Direttore Francesco Ciarrocchi hanno consegnato e poi discusso con soci e amministrazione comunale osservazioni, suggerimenti, proposte dell’associazione per la nuova disciplina urbanistica delle zone agricole e boschive di cui al piano strutturale e al piano operativo in corso di formazione da parte del comune di Pistoia. Il nuovo Piano Strutturale è lo strumento che definisce le strategie di massima per il governo del territorio, indica gli indirizzi di sviluppo e localizza le infrastrutture di interesse prevalente. Il Piano Operativo è il documento che determina le regole, coerenti con le direttive e le prescrizioni del Piano Strutturale, che dovranno essere rispettate per gli interventi sul territorio.
“È importantissimo il lavoro programmatorio che si sta conducendo –ha spiegato Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia- per questo abbiamo presentato al comune un documento strutturato, elaborato col contributo dei nostri soci e tecnici. Che è stato ben accolto dall’amministrazione e ringraziamo sindaco, assessore e dirigente del confronto immediato con i tanti imprenditori agricoli presenti all’incontro”.
Tra le proposte di Coldiretti al Comune: favorire la creazione di piccoli e grandi invasi di accumulo dell’acqua piovana; limitare i vincoli alla presenza di impianti di vasetteria, soprattutto alle imprese di piccole dimensioni; ridurre drasticamente l’eccessiva articolazione dello zoning di piano almeno per quanto attiene alle zone rurali (attualmente sono 13 zone, in cui valgono regole e vincoli differenti rispetto a ciò si può fare e come poterlo fare); prevedere percorsi autorizzativi semplificati e dotati di tempi decisionali certi; disciplinare l’Asse dei Vivai in modo che sia realizzato e gestito realmente in funzione delle necessità di trasporto dei vivai e non come semplice asse di scorrimento veloce; e tanto altro.
“Anche se la discussione si è focalizzata, giocoforza vista la valenza del vivaismo per il nostro territorio, -ha aggiunto Francesco Ciarrocchi, Direttore di Coldiretti Pistoia- il documento contempla anche gli elementi per favorire lo sviluppo nelle aree collinari e montane del Comune di Pistoia, che diverranno sempre più strategiche, visto che il cambiamento climatico rende la vita difficili agli uliveti e sta spostando ad altezze sempre maggiori alcune colture, incluse le viti”.
Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha evidenziato che il primo documento sistematico di osservazioni e suggerimenti per la pianificazione in corso è quello di Coldiretti, rilevando che il piano strutturale in corso di elaborazione ed il connesso piano operativo avranno un impatto sulla città per i prossimi 20 anni.
Puntiamo a favorire lo sviluppo della città, altrimenti Pistoia sarà condannata a diventare una città vecchia senza prospettive –ha aggiunto Tomasi-. Veniamo da una pianificazione orientata alla conservazione; noi abbiamo come focus la crescita di Pistoia, e non un approccio alla ‘Tafazzi’, che blocca e pone vincoli non funzionali alle attività per cui siamo famosi nel mondo, in particolare vivaistica.
Il sindaco si riferisce, per esempio, ad una serie di limiti posti agli impianti di vasetteria, che prima implicavano l’impermeabilizzazione del terreno allo scopo di ridurre le erbacce tra le piante. Pratica sostituita con altre ed innovative tecniche meno impattanti, sia in fatto di uso selettivo di erbicidi, sia per quando riguarda l’uso di teli permeabili all’acqua.
E poi, ha aggiunto il sindaco, i vivaisti ora non sprecano un goccio d’acqua, tantomeno erbicidi che hanno costi sempre maggiori.
Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi dell’Assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi e dell’Architetta Lucia Flosi Cheli, dirigente del Servizio Urbanistica e Assetto del Territorio. L’assessore, tra l’altro, ha ricordato che il 7% di chi lavora a Pistoia (tutti inclusi: dipendenti pubblici e privati, professionisti, commercianti…) è impiegato direttamente nei vivai. Cialdi e Flosi Cheli, come d’altronde il sindaco, hanno ribadito il loro impegno nell’eliminazione delle pratiche burocratiche inutili, che purtroppo, hanno correttamente evidenziato, non dipendono solo dall’amministrazione comunale, occorre tener conto delle regole regionali, statali e di enti come le sovraintendenze.