20/10/2022
Sul territorio nazionale... organizzavano matrimoni di comodo tra cittadini italiani ed extracomunitari al fine di consentire a questi ultimi il rilascio di un titolo di soggiorno; in ambito extraterritoriale favorivano l’immigrazione clandestina tra Italia, Francia e Regno Unito, utilizzando documenti d’identità italiani contraffatti.
E' per questi motivi che nove cittadini italiani e stranieri sono finiti nei guai, indagati a vario titolo per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L'operazione è stata portata a termine dalla Squadra Mobile di Pistoia in collaborazione con i colleghi delle Squadre Mobili di Firenze e Lucca; il Tribunale di Pistoia ha coordinato le indagini e disposto le misure cautelari.
L'inchiesta è partita dai controlli su una persona già sottoposta a indagine nel 2021 per un analogo reato.
In carcere sono state portate due donne, entrambe residenti a Montecatini Terme (una cittadina italiana di 48 anni, con precedenti specifici, e una cittadina rumena di 36). Le due, che secondo gli inquirenti, avrebbero avuto un ruolo di organizzatrici, dietro corrispettivo in denaro, avrebbero gestito la fase prematrimoniale, curando poi le pratiche amministrative così da consentire cittadine di uno Stato non appartenente all’Unione europea di sposarsi (con un italiano compiacente) e di ottenere il “certificato di matrimonio” con il permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi di famiglia.
Le due avrebbero anche favorito l’ingresso in Stati esteri di persone prive di cittadinanza fornendo loro documenti contraffatti.
A due uomini è stata invece applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico: si tratta di un italiano di 44 anni residente a Lucca e un albanese di 53 anni residente a Firenze.
Entrambi avrebbero avuto, secondo la ricostruzione, posizioni di collaborazione e supporto alle due donne.
Nei confronti di altri cinque indagati è stata applicata la misura coercitiva dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria; questi avrebbero messo a disposizione i propri documenti di identità che venivano poi contraffatti o alterati.
Al momento sono stati identificati 9 episodi di ingresso illegale in Stati esteri.