Le festività natalizie a Pistoia coincidono con un nuovo boom di richieste da parte di uno dei mercati turistici più floridi e dinamici, quello asiatico. È quanto si apprende in base all’ultima ricerca dell’Osservatorio sul Turismo di Confcommercio Pistoia e Prato, che ha intervistato un campione di aziende associate.
Dopo un lungo digiuno, dicono le strutture, gruppi e famiglie provenienti dall’Oriente tornano a presentarsi con insistenza, al punto da mettere in difficoltà gli alberghi di dimensioni intermedie. Ma determinando un flusso che, se suddiviso sinergicamente tra gli operatori, può comportare una risorsa formidabile per l’intero indotto pistoiese, dalla ricezione alla ristorazione, passando per l’offerta culturale e gli eventi.
“Riceviamo molte richieste da gruppi numerosi – osserva Sara Pasquetti, di Palazzo 42 – che vorrebbero venire a soggiornare a Pistoia. Le ultime sono arrivate da Taiwan, Singapore e Cina. Noi però non abbiamo sempre la capienza sufficiente per accoglierli. Non ricevevamo questo genere di prenotazioni da tempo: è un vero boom, probabilmente determinato dalla carenza di posti registrata in altre città toscane. L’Asia ha quindi ricominciato a viaggiare con numeri importanti, al punto che gestirli diventa complesso”.
Chi invece riesce a gestire meglio questo segmento di mercato è Veronica Bozzi, di Villa Cappugi: “Al momento riceviamo prevalentemente richieste da Taiwan, ma sappiamo già che nel 2024 esploderà la domanda cinese. Si tratta specialmente di coppie e famiglie che hanno un tempo di permanenza ancora molto rapido, perché restano il tempo di una notte e poi si muovono. Di sicuro sarebbe auspicabile, ed in parte è già in corso, una sinergia massima tra noi operatori, per fare rete in modo da gestire e non disperdere questo nuovo fronte”.
Simone Bonino, dell’Hotel Patria, conferma invece che la tendenza è in atto da settimane: “Da noi sono già arrivati da tempo gruppi provenienti dalle Filippine e da Taiwan. Si tratta di una richiesta che ci porta naturalmente a collaborare tra colleghi, per cercare di rispondere ad una domanda che può essere frutto dell’overbooking registrato in altre città, come Firenze”.
“Da molti anni – commenta il Direttore di Confcommercio, Tiziano Tempestini – non assistevamo ad un interesse di questa natura e di queste proporzioni da parte del segmento asiatico. È evidente come la posizione baricentrica della città, unita ad una migliore politica dei prezzi, abbia favorito questo scenario. Si tratta di una dinamica potenzialmente molto impattante per l’indotto territoriale, perché il target orientale resta alto spendente e ama vivere esperienze tipicamente toscane. A fronte di questo, la rete tra gli albergatori è quanto di più auspicabile, anche nell’ottica di riuscire ad allungare il tempo medio di permanenza, così da qualificarci verso questo mercato come luogo che offre una proposta da vivere, al di là dei meri ragionamenti economici”.