Troppo lenta la transizione ecologica del trasporto su ferro. Ritardi infrastrutturali, treni poco frequenti, lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte, risorse inadeguate: queste le principali criticità relative al trasporto ferroviario messe in luce dal Rapporto Pendolaria di Legambiente, relativo all’anno 2022.
Male il Mezzogiorno,: le ex linee Circumvesuviane, Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo, la Catania-Caltagirone-Gela sono tra le linee peggiori d’Italia. Ma non mancano i problemi anche al nord: tra le tratte meno efficienti a livello nazionale, la Milano-Mortara, Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià, Trento-Bassano Del Grappa, Portomaggiore-Bologna.
La Toscana, a livello nazionale non sfigura, anche se non mancano alcune criticità. Una di queste è rappresentata dalla Linea Porrettana: “una delle prime linee ferroviarie del Paese – si legge nel report - che dal 2011 ha visto una riduzione drammatica delle corse giornaliere nella tratta Pistoia-Porretta con autobus sostitutivi al posto delle necessarie corse di treni, mentre il collegamento diretto Bologna-Pistoia è inesistente ormai da anni”. Questo, nonostante “un potenziale enorme per il turismo e un bacino di migliaia di pendolari tra lavoratori e studenti”.
Positivo è invece lo scenario che riguarda la linea Firenze-Lucca, dove anche grazie ai lavori di raddoppio della Ferrovia si prevede nel 2030 l’aumento della frequenza dei treni (previsione ogni mezz’ora)