Gli operai che lavoravano nel capannone della ditta Teresa Moda a Prato, dove la notte del primo dicembre 2013 sette di loro morirono in un incendio, venivano trattati in maniera "disumana". Lo scrivono nelle motivazioni della sentenza i giudici della Cassazione che hanno reso definitiva la condanna per le sorelle Lin Youlan Lin (8 anni e 8 mesi) e Lin Youli, (6 anni e 10 mesi), titolari dell'azienda. Entrambe, nel frattempo, sono tornate in Cina. Per i giudici "l'approfittamento della condizione di clandestinità di almeno una parte dei dipendenti della ditta, in base al quale venivano imposte condizioni di lavoro ed economiche ben al di sotto del normale contratto di categoria, integra il dolo specifico del fine di trarre un ingiusto profitto dallo stato di illegalità dei cittadini stranieri". Inoltre per la Corte è "dovere rispettare le norme sulla sicurezza e contro gli infortuni anche nel caso in cui la produzione avvenga in fabbriche, capannoni o locali presi in affitto e già in cattive condizioni"